Nel 1978 Loredana Rotondo, Rony Daopulo, Paola De Martiis, Annabella Miscuglio, Anna Carini, Maria Grazia Belmonti, sei giovani programmiste, filmmaker e registe realizzarono “Processo per stupro”, film-documentario girato nell’Aula del Tribunale dove si svolgeva un processo per stupro. Nel 1979 la RAI lo mandava in onda.
42 anni dopo ne parliamo con Loredana Rotondo perché il processo e la sua storia non solo sono memoria da narrare, ma sono ancora vita, dolore e lacrime nelle Aule dei Tribunali, nelle Questure, nelle Stazioni dei Carabinieri, su giornali e televisioni; oggi a questi luoghi se ne sono aggiunti altri, i Social Network (“non luoghi”) in grado di generare opinioni e reazioni che possono cancellare, annichilire, distruggere.
I recenti casi che hanno visto coinvolti Alberto Genovese e Peppe Grillo, l’uno accusato di stupro, l’altro padre di un indagato per stupro, sono la prova che ancora la violenza sulle donne è una tragica realtà, che la violenza istituzionale e politica, mediatica e simbolica, è ancora presente nella società.
“Processo per stupro” e ancora di più “AAAoffresi”, altro docu-film girato due anni dopo dalle stesse autrici sempre per la RAI che non è mai stato mandato in onda e che ha una vicenda ancora più drammatica, presentano un altro aspetto, quello della censura verso un prodotto intellettuale e artistico, che non dovrebbe esistere in una democrazia matura come la nostra e che invece permane in forme inedite e più subdole.
È di questo e altro che parleremo nel nostro webinar. Per partecipare inviare una e-mail a: femminilepoliticodonnepotere@gmail.com,
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di Redazione – EmmeReports