Nonostante il “cessate il fuoco” annunciato, che dovrebbe placare il conflitto tra palestinesi e Stato di Israele, nel capoluogo siciliano si torna in piazza a fianco della Palestina.
Sulla tregua è intervenuta recentemente l’ambasciatrice della Palestina in Italia, Abeer Odeh che ha affermato:“Dopo il cessate il fuoco serve un’immediata iniziativa politica basata sul diritto internazionale e le risoluzioni Onu”. Ma per Dror Eydar, ambasciatore di Israele in Italia “Hamas ruba i soldi della ricostruzione. L’Europa si sveglierà una buona volta per controllare il denaro che elargisce a questi terroristi?”.
Il sit in iniziale si è poi trasformato in un corteo che ha visto centinaia di manifestanti muoversi verso Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo.
“Il corteo di oggi è dalla parte dei palestinesi senza se e senza ma. Il cessate il fuoco è ipocrita; quello che deve cessare è l’occupazione militare dei territori palestinesi da parte di Stato ed esercito di Israele. Questa è l’unica condizione possibile per una soluzione definitiva” ha affermato Giovanni Siragusa, portavoce di Antudo Palermo.
I manifestanti accusano di ipocrisia tutto lo schieramento politico italiano, da destra a sinistra, passando per il centro. Quasi tutti i partiti sembrano essersi schierati infatti dalla parte dello Stato di Israele, partecipando giorni fa a una manifestazione pro Israele a Roma.
Alla manifestazione “Palermo con la Palestina che resiste“ hanno aderito la Comunità palestinese, Antudo, Potere al popolo, Democrazia e Lavoro – Cgil Palermo, Adif, Sinistra italiana, CGIL Palermo, Coordinamento antiviolenza 21luglio, Laboratorio Andrea Ballarò, Consulta delle Culture, Comunità Tunisina in Sicilia, Movimento Bkolna Twensa, Associazione LAB.ZEN 2, Rifondazione Comunista, CISS, Per il Pane e le Rose, UDI Palermo, Centro sociale Anomalia, Mediter, Booq, Arci Palermo, Associazione Donne Islamiche Fatima, Partito Democratico Palermo, associazione Sinistra delle Idee e Forum Antirazzista Palermo.
“Oggi sono tutti impegnati a fare gli equidistanti, appellandosi alla retorica del NO alla guerra. Di fronte all’occupazione militare dei territori palestinesi non esiste neutralità. Chi parla di equidistanza si sta invece schierando dalla parte dei sionisti, degli oppressori” ha concluso Siragusa.
di Antonio Melita – EmmeReports