“73 anni di soprusi e crimini, un aumento esponenziale di violenze e pulizia etnica culminati anche dalle continue invasioni dei luoghi sacri e della spianata delle moschee. Soltanto negli ultimi giorni ci sono stati 800 feriti, circa 50 vittime, oltre un terzo dei quali minori.
Questi crimini esigono dalla comunità internazionale una presa di posizione a sostegno della legalità internazionale e dei diritti negati al popolo palestinese. Il Quartiere Sheikh Jarrah, è uno degli esempi emblematici dell’arroganza dell’occupazione israeliana, atti che diventano sempre più frequenti e che seguono le scelte della passata amministrazione americana, a partire dal trasferimento dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme”.
In una nota condivisa (in continuo aggiornamento) dall’associazionismo palermitano, da partiti politici e sindacati si chiede solidarietà verso il popolo palestinese sotto attacco del Governo e dell’esercito israeliano.
Dopo la riuscita manifestazione del 13 maggio scorso, nello stesso giorno in cui la comunità palestinese di Palermo in segno di protesta non ha festeggiato la fine del Ramadan, oggi pomeriggio si terrà un sit-in per chiedere che in Palestina venga fermata la pulizia etnica, da parte degli israeliani, che dura da 73 anni.
In questo giorno si ricorda l’esodo dei palestinesi, durante la guerra civile del 1947-48, conosciuto nel mondo arabo e soprattutto tra i palestinesi con il nome di Nakba.
Durante quel conflitto oltre 700mila palestinesi, lasciarono con la forza, le proprie abitazioni e, dopo la fine delle ostilità, gli fu rifiutato il diritto al ritorno presso le proprie città.
“Di fronte a questi eventi, la Comunità Europea e l’Italia sembrano assumere posizioni silenti ed ininfluenti. Occorre ripristinare la legalità internazionale e sollecitare il governo italiano a prendere posizione nei confronti di Israele” concludono gli organizzatori del presidio.
di Antonio Melita – EmmeReports