L’inveterato problema dei rifiuti, ingombranti o meno, è ormai una costante questione palermitana, per la quale si sono battuti o ne hanno fatto un cavallo di battaglia, quasi tutti gli schieramenti politici del capoluogo siciliano, senza mai arrivare ad una soluzione definitiva. Forse per una cattiva gestione dell’amministrazione cittadina? O forse anche per una ignoranza e strafottenza collettiva, per cui, tutto quello che sta oltre l’uscio della propria abitazione, non ci appartiene, quindi è sacrosanto gettare i rifiuti dove capita o, cosa ancor più grave, scaricare quelli ingombranti in un altro quartiere, magari davanti l’uscita di emergenza di un museo, come il Gemmellaro di Palermo?
Proprio questa mattina, a seguito di una delibera fortemente voluta dal vicepresidente della Prima Circoscrizione, Antonio Nicolao, si è svolto un presidio fisico dei consiglieri per l’evento del posizionamento di un gazebo e di alcune piante, in via Tommaso De Vigilia. L’iniziativa è stata appoggiata dal convitto nazionale di stato Giovanni Falcone, diretto dal rettore Concetta Giannino, che ha curato i messaggi da trasmettere attraverso i cartelloni disegnati dagli alunni della prima A e B dell’istituto, al fine di adornare il Gazebo del Decoro, lasciato, proprio, davanti le porte di sicurezza del Museo Gemmellaro.
“Stiamo davanti la porta di sicurezza di emergenza del Museo Gemmellaro che, solitamente, viene presa d’assalto da chi continua a sfregiare la città, abbandonando rifiuti ingombranti” ha spiegato Nicolao. “I frigoriferi lasciati davanti la porta di sicurezza possono creare un serio rischio, nel momento in cui ci sia un un’evacuazione dal museo, non permetterebbero la funzionalità della porta ed è per questo che abbiamo posizionato un gazebo, insieme a dei cartelloni omaggiati dal Convitto Nazionale, in cui gli alunni ci ricordano quanto sia importante l’ambiente”.
Lodevole iniziativa a nostro avviso, quella del Gazebo del Decoro, come tutte quelle che vogliono lanciare un messaggio per la pulizia delle strade e, appunto, il decoro della nostra Palermo.
Oltre i rifiuti ingombranti, abbandonati, come tradizione vuole, da abitanti di altre zone della città, sicuramente, per chi transita per le strade dell’Albergheria, un problema è anche il suq a cielo aperto, il mercatino multi-etnico, dove la mercanzia è esposta sui marciapiedi, i venditori non indossano le mascherine e non vengono rispettate le norme igieniche elementari, men che meno le disposizioni anti-Covid, che le autorità, giustamente, pretendono dai commercianti di Palermo.
Ne abbiamo parlato con il presidente della Prima Circoscrizione, Massimo Castiglia, che ci ha spiegato che è stata votata l’avvio della fase di sperimentazione del mercato dell’usato, che dovrebbe partire questa estate. L’area, già assegnata ad un’associazione che si chiama Sbaratto, composta quasi interamente da 120 venditori dello stesso mercato e che potrà essere utilizzata solo da chi è iscritto a tale associazione, avrà al suo interno degli stalli già segnati a terra, 160 dal martedì alla domenica e alle quali si aggiungono altri 40 stalli solo per la domenica per un totale di 200.
Al suo interno saranno consentite le attività di baratto, di libero scambio, previa la dichiarazione di ogni singolo venditore di essere a conoscenza della provenienza della merce, cosa che dovrebbe cautelare la stessa associazione.
“Un percorso che ha portato avanti l’amministrazione, in piena sintonia con il territorio, con SOS Ballarò, che chiede da tanti anni che il mercato venga regolarizzato, per dare un senso concreto a questa importante iniziativa di tante persone che danno un seconda vita agli oggetti che noi buttiamo” ha spiegato Castiglia. Eravamo pronti ad ottobre per partire con la fase di sperimentazione, ma a causa della seconda ondata pandemica, ci siamo dovuti fermare”.
I venditori del mercato dell’usato, saranno sollecitati a non mettere la merce a terra ed a rispettare le normali norme di igiene.
“Da un mercato spontaneo che crea tanti problemi, speriamo diventi, invece, un luogo dove i cittadini siano invogliati ad andare” ha aggiunto il presidente della Prima Circoscrizione, che non nasconde una certa soddisfazione nel vedere realizzata un’associazione composta da venditori e alcune associazioni del quartiere che, come ha spiegato Castiglia, hanno individuato delle figure felici di supportare questo processo di evoluzione del mercato, soprattutto, in un difficile contesto, come quello del quartiere Albergheria, dove, piccoli mafiosetti di quartiere, anche piuttosto violenti, la fanno da padrone, con la ricettazione, la vendita di sigarette di contrabbando o con il “pizzo” travestito da “riffa”.
“Il coraggio di queste persone che non vogliono sporcare, ma solamente lavorare per poter mangiare come tutti, è molto incoraggiante” ha concluso Castiglia.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
E il solito menefreghismo delle autorità :Questi venditori sono abusivi senza, licenza e in qualche caso vendono merce di dubbia provenienza, quindi basterebbe che le forze dell’ordine si facessero vive ed il problema sarebbe risolto.