Oggi piazza Indipendenza si è tinta di giallo, quello delle tute degli autisti soccorritori del 118, scesi in strada per chiedere al Governo Regionale, nuovi mezzi, rinnovo del contratto e maggiore sicurezza nel loro lavoro. Tante le sigle presenti sotto Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione Siciliana, COBAS, UIL, FPL, MUD, FIALS e CSA, tutti uniti per gridare il loro dissenso per chi non rispetta i diritti di una categoria di lavoratori, perennemente a rischio.
“Siamo qua per la salute dei palermitani, per questa pandemia, dove un governo regionale chiude ancora gli occhi e fa finta di niente. Non c’è ancora un rinnovo di contratto e, fino ad oggi, non sappiamo quando sarà fatto” ha dichiarato Raffaele Faraci, della segreteria regionale Cobas. “In merito alla presentazione dei quindici nuovi mezzi per il 118, che si farà a Catania, ad oggi non sappiamo ancora in quali città della Sicilia andranno. I nostri mezzi sono ormai vecchi e con quindici nuovi veicoli per un’intera regione, il problema non si risolverà. Nessuno sa cosa fa il 118, tutti sanno che c’è un medico e un infermiere, ma nessuno parla degli autisti soccorritori, che ad oggi, sono più di 3000. Siamo una grande flotta, ma mancano le ambulanze” ha concluso Faraci.
“Manifestiamo il nostro dissenso su molte problematiche, dalla vetustà dei mezzi, alla sicurezza del lavoratore, che rischia con questa pandemia, di prendersi malattie semplicemente per andare a soccorrere gli altri” ha affermato Mario Manzo della SEUS 118. “I soccorritori hanno famiglie, hanno figli che vanno tutelati. Per questo noi a gran forza chiediamo sicurezza e rispetto per i lavoratori del 118”.
“La priorità è il contratto integrativo, uno strumento importantissimo, dobbiamo partire con i tavoli di concertazione con tutti gli altri sindacati, con tutte le altre sigle e iniziare a fare un percorso” ha spiegato Claudio Dolce, del Sindacato Autonomo CSA e sono un amministrativo della SEUS. “All’interno di questo contratto si vanno a ratificare e sancire tutte quelle regole che non ci sono nel contratto nazionale. Chiediamo di inserire principalmente il riconoscimento della figura dell’autista soccorritore, che fino adesso non è stata riconosciuta a livello nazionale, chiediamo le indennità di rischio biologico, perché siamo in prima linea. La prima chiamata che arriva è quella del 118”.
“Da quando è iniziata la pandemia non abbiamo avuto, nonostante viviamo sotto rischio, arrivando per primi nella scena del soccorso” ha detto Giuseppe Puccio, MUD. “Non capisco la differenza con i medici e con gli infermieri, l’autista soccorritore fa parte dell’equipe sanitaria. Quando chiamate l’ambulanza, arriva il soccorritore, l’infermiere e il medico. Questa volta la politica ci deve ascoltare perché siamo tutti uniti”.
“Ci dispiace che non ci sia più in carica l’assessore Razza, che è stato promotore di diverse iniziative, anche nei confronti della nostra categoria” Alessandro Fecarotta, coordinatore regionale UIL. “Chiediamo che la categoria del 118 venga rispettata. Non è ammissibile che solo gli operatori sanitari, infermieri, medici e tecnici siano stati premiati. Il 118 è il primo servizio con cui l’utenza viene a contatto e che rischia ogni giorno indossando quelle tute. Non so se loro sanno cosa significa indossare quella tuta, è un inferno. Non siamo più disposti a subire in silenzio”.
“Manifestiamo contro l’immobilità della politica, nei confronti della figura dell’autista soccorritore, per la gestione del servizio, visto che il responsabile è sempre la politica che gestisce una sua partecipata, lasciata un po’ allo sbando, in questo momento delicato” ha dichiarato Agatino Anastasi, RSA Cobas.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports