La Polizia di Stato ha sequestrato, per un valore complessivo di circa 600.000 euro, due società, una a Palermo e un’altra a Bagheria, entrambe operanti nel settore delle onoranze funebri, più due autoveicoli di grossa cilindrata, a Lugi Scimò e Pietro Di Marzo, già noti alla Squadra Mobile, in quanto appartenenti alla mafia di Brancaccio.
Dalle indagini è emerso che Lugi Scimò ricopriva un ruolo determinante per i loschi affari della famiglia mafiosa operante in Corso dei Mille, come la gestione del traffico di “Tabacchi Lavorati Esteri” e di sostanze stupefacenti, nonché la gestione, anche per interposta persona, di imprese aventi ad oggetto la distribuzione delle mini slot.
Non meno importante il ruolo del genero di Scimò, Pietro Di Marzo, che, come ha spiegato la Questura di Palermo, organizzava gli incontri del suocero con i rappresentanti delle altre famiglie mafiose presenti nel territorio palermitano.
Per conto della mafia di Brancaccio, Di Marzo gestiva il traffico di droga con le organizzazioni criminali presenti in Calabria.
L’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della locale Divisione Anticrimine della Questura di Palermo ha condotto indagini patrimoniali nei confronti dei due uomini e dei relativi nuclei familiari, scoprendo una sproporzione economica tra gli acquisti effettuati ed i redditi percepiti, a conferma dell’utilizzo di risorse finanziarie di natura illecita.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports