Da Roma a Palermo, diverse categorie di lavoratori continuano a scendere in strada, per protestare contro le Istituzioni regionali e nazionali che, da più di un anno, aprono e chiudono le attività produttive del Paese, promettendo ristori e aiuti economici, che, all’atto pratico non riescono a colmare la mancanza di fatturato perso per colpa dell’emergenza sanitaria.
Oggi a piazza Indipendenza hanno manifestato i parrucchieri, i barbieri e i proprietari dei centri estetici di Palermo.
“Noi riteniamo che i nostri locali siano molto più sicuri quando sono aperti. Quando sono chiusi, i parrucchieri o i barbieri abusivi, diventano motivo di contagio all’interno delle nostre case” ha dichiarato Nunzio Reina, Vice-Presidente Camera di Commercio di Palermo e Enna e imprenditore del settore dell’acconciatura, spiegando che mentre i loro negozi sono obbligati alla chiusura, nonostante tutte le precauzioni anti Covid, parrucchieri e barbieri abusivi, prendono appuntamenti e continuano a esercitare la loro professione, senza pagare le tasse e entrando nelle case dei clienti, senza controlli e, magari, veicolando il virus. “Noi seguiamo un protocollo, riconosciuto a livello nazionale in zona rossa” ha aggiunto Reina.
A fine manifestazione, una delegazione dei manifestanti, rappresentati da Reina, sono stati ascoltati dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
“Abbiamo affrontato il problema con il presidente della Regione, che si è mostrato molto sensibile alle nostre esigenze, perché gli abbiamo spiegato il piano di sicurezza sanitario che sta a cuore a tutti” ha affermato il Vice-Presidente della Camera di Commercio. “Il secondo argomento che abbiamo affrontato è la riapertura in base ai dati che arriveranno e quindi la certezza degli stessi dati. Se ci sono le condizioni sanitarie, noi dobbiamo aprire. Fermo restando che chiediamo di poter restare aperti in zona rossa, perché garantiamo la sicurezza sanitaria. La risposta da parte del presidente Musumeci la riteniamo positiva, perché abbiamo avuto modo di spiegare le ragioni della nostra protesta. Le promesse le abbiamo accettate e le riteniamo soddisfacenti, se vengono meno, evidentemente qualcosa non ha funzionato. Noi parliamo di diritto al lavoro, non di aiuti, perché sappiamo le difficoltà che ha il governo regionale nazionale ed europeo a dare i finanziamenti, chiediamo solo di lavorare”.
Mercoledì verrà fatto il conteggio settimanale dei numeri del Covid, giovedì alle ore 11, ci sarà la riunione della commissione sanità e la Regione Siciliana prenderà le sue decisioni.
“Se i numeri aumentano, se ci sono più morti, sono un pazzo a chiedere un’apertura in un momento di difficoltà, ma se i numeri sono adeguati, riapriremo con la stessa tempestività con cui abbiamo chiuso” ha concluso Reina.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports