Presso il Policlinico “Giaccone” di Palermo, è iniziata la Fase 2 della sperimentazione del vaccino italiano anti Covid, il GrAd-Cov.2, prodotto dalla società biotecnologica italiana ReiThera in collaborazione con l’Istituto “Spallanzani” di Roma.
Il vaccino italiano ReiThera, che si basa sulla tecnologia del vettore virale, Adenovirus modificato per renderlo non in grado di replicarsi, quindi molto simile a quello di AstraZeneca, Johnson & Johnson e Sputnik, contiene l’informazione genetica per produrre la proteina spike del SARS-CoV-2.
Responsabile per la sperimentazione a Palermo, è Antonio Cascio, Direttore della UOC di Malattie Infettive e Tropicali e professore all’Università di Palermo.
“Si tratta di uno studio randomizzato, controllato in doppio cieco, significa che una parte di persone farà il vaccino, una piccola parte invece farà il placebo costituita da soluzione fisiologica” ha spiegato Cascio. “Ci saranno tre gruppi di persone, il primo avrà somministrato una dose di vaccino al tempo 0 e una dose di Placebo dopo 21 giorni, il secondo avrà mezza dose di vaccino al giorno 0 e mezza dose dopo 21 giorni. Infine un terzo gruppo riceverà due dosi di soluzione fisiologica, quindi non sarà vaccinato. Ci accorgeremo che questo gruppo non è vaccinato, perché faremo dei saggi anticorpali e al trentaseiesimo giorno, le persone che non sono state vaccinate, avranno diritto di essere vaccinate realmente”.
Nella prima fase di sperimentazione del vaccino, sono state somministrate delle dosi a un numero minore di persone. Come ha affermato il Professor Cascio, il test iniziale ha dato dei risultati assolutamente incoraggianti, dimostrando l’efficacia del farmaco, dalla prima dose, offrendo una buona risposta anticorpale. “Siamo dunque assolutamente ottimisti” sono state le parole del Direttore della UOC di Malattie Infettive e Tropicali, che ha ci ha spiegato che nella fase 3 i numeri saranno molto più grandi e verosimilmente saranno coinvolti anche più molti più centri, i dati saranno poi utili per presentare la documentazione agli enti regolatori, al fine di potere poi mettere in commercio il vaccino stesso. “Speriamo di arrivare alla fase 3 nel giro di un mese, dobbiamo andare veloci, perché è interesse di tutti fare presto” ha detto Cascio, aggiungendo “sinceramente è presto per poter dire se sarà valido ed efficace anche per le varianti, potrebbe avere gli stessi limiti degli altri vaccini in circolazione, non bisogna farsi illusioni. Solo dopo che avremo saggiato gli anticorpi delle persone vaccinate con le culture virali, allora potremo esprimerci in maniera più concreta e scientifica”.
Per sperare di uscire da questo incubo che ormai da un anno coinvolge tutto il genere umano, bisogna raggiungere la massa critica dei vaccinati, che, presumibilmente, potrebbe arrivare tra luglio e settembre di quest’anno. Come ha spiegato il Professor Cascio a EmmeReports, non è escluso che noi ogni anno, magari per i primi anni, potremmo fare dei vaccini che coprano le varianti, quindi magari l’anno prossimo così come facciamo il vaccino stagionale per influenza, polivalente che contiene più virus, potremmo fare un vaccino anti Covid tetravalente, che contenga più varianti. Tecnicamente si può fare e le aziende farmaceutiche ci stanno lavorando, quindi, col tempo, il Covid-19 potrebbe diventare meno virulento, trasformarsi in un virus del comune raffreddore.
Il Policlinico di Palermo ha ricevuto più di 500 richieste di adesione alla sperimentazione. “Sono tante, sono contento ed orgoglioso, significa che le persone si fidano della ricerca italiana, del Policlinico e anche di me. Sono sicuro che tutto andrà bene” ha concluso il Professor Cascio.
Ed EmmeReports ha incontrato alcune di queste coraggiose persone che, su base volontaria, hanno deciso di testare su se stessi il farmaco italiano.
“Ho scelto di partecipare alla sperimentazione, perché ho deciso di essere un soldato. Non ha senso avere paura, perché altrimenti dovrei averne anche quando prendo la Novalgina per il mal di testa” ha detto Antonina Di Vitale, una mamma di 55 anni, con una figlia medico, impegnata in prima linea nella lotta al Covid-19.
“Un vaccino italiano è sempre una garanzia. Ma sono qui anche per poter aiutare e mettermi a disposizione dell’Italia, per un bene superiore” ha dichiarato a EmmeReports Bernardo Masiello, uno studente di Economia di 27 anni. “Ritengo che sia la scelta più adeguata, sono giovane e mi metto in prima linea per aiutare chi, magari un giorno, ne avrà più bisogno. Mio padre è un infermiere e mia madre un tecnico di laboratorio, sono già stati vaccinati, col Pfizer, con entrambe le dosi e quindi a me sembra anche giusto portare avanti questa tradizione ospedaliera. Non ho nessun timore, ma soltanto tanta voglia di fare, di partecipare e di mettermi in gioco”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports