Federica Neglia, 29 anni, originaria di Caccamo, è una talentosa cantante lirica che si esibita per diversi artisti nazionali, fra cui Nicola Piovani, Roy Paci e Matteo Bocelli, figlio del famosissimo Andrea.
Prestigiose le sue partecipazioni alle ultime edizioni del Festino di Santa Rosalia a Palermo e, nel settembre 2018, alla Santa Messa celebrata da Papa Francesco per ricordare Padre Pino Puglisi e diretta da Mauro Visconti.
Ci siamo lasciati alle spalle un 2020 veramente brutto, ma comunque potrai ricordarlo per il bel progetto “Canto per Te”.
Esatto, 11 artisti che decidono di unirsi, mettendo in comune le diverse musicalità, per registrare il brano “Canto per Te”. Da quell’esperienza, in pieno lockdown, nasce il gruppo Eleven Sicily Pop che, nel giorno di San Valentino, sbarca con questo brano molto apprezzato negli store digitali quali Spotify, Amazon ed Apple Music. “Canto per Te” è stata una bella scommessa, nata da un gruppo creato su whatsapp, che racchiude tantissime esperienze artistiche ma, prima di ogni cosa, un gruppo di amici.
Nella parte finale del brano spegni una candela a simboleggiare…
La candela spenta simboleggia lo stato in cui si trova la cultura e la musica in genere, oggi, in Italia. La chiusura dei teatri e la mancanza di investimenti nella cultura rappresentano dei problemi che, a parer mio, ci portiamo dal passato e che adesso paghiamo con gli interessi. Parlo anche degli sprechi passati e, ovviamente, del fatto che in Italia i luoghi della cultura non siano stati visti mai come una priorità e per questo sono stati i primi a chiudere. Sono sempre stata per il rispetto delle regole, ma mi domando perché abbiano chiuso luoghi sicuri e controllati.
Qual è la situazione musicale in Italia?
Per quanto riguarda la musica leggera, grazie ad internet e comunque al Web, credo di poter dire che non ci siano grossi problemi, se consideriamo la produzione. Infatti, grazie agli store digitali la musica viene distribuita e, possiamo affermare, che chiunque può ritagliarsi il suo spazio. Il problema nasce se consideriamo tutto quel mondo che sta dietro ai live ed ai concerti; dietro al palco ci sono tantissimi lavoratori che la chiusura dei luoghi dell’arte e della cultura ha fermato e quindi impoverito. E’ qui che deve intervenire la politica.
Tra qualche giorno ci sarà Sanremo. L’anno scorso hai partecipato a casa Sanremo, che esperienza è stata?
Ho avuto la fortuna di cantare al Palafiori, a “Casa Sanremo”, davanti ad artisti affermati ed insieme a ragazzi e nuove proposte, oltre che a discografici. Mi sono portata a casa un contratto con una casa discografica e, quindi, posso senz’altro dire che sia stata una bella esperienza e anche produttiva.
Prossimo obiettivo, ovviamente, cantare a Sanremo?
Eh, ce la metterò tutta, facendo più stili musicali, sono in campo su più fronti. In questo momento mi sto preparando, parlando di musica classica, per un’altra idoneità al Teatro Massimo e a breve ci sarà l’uscita di un singolo: il mio primo inedito. Dopo tanti arrangiamenti di brani scritti ed interpretati da altri, finalmente questo sarà un brano tutto mio.
Hai cantato brani di Mina, Battisti, De Andrè: è questa la musica che più ti piace?
A me piace la musica di una volta quella che emoziona, quella dal gran bel testo e che ha una bella musica. Canto i brani di Mina e Arisa, perché sono “ricercati” e adatti ad un timbro di voce delicato. L’aver studiato canto lirico, mi aiuta ad avere un certo tipo di repertorio musicale che tento di non stravolgere evitando quindi brani dal canto diciamo “graffiato”.
Qual è la tua playlist, in questo momento cosa stai ascoltando?
Non ho una playlist particolare, anche perché quando ascolto la musica lo faccio solo per rilassarmi. Preferisco quindi le colonne sonore di Morricone che mi rilassano: la mia preferita è “La Califfa”. Questa è la colonna sonora della mia vita non so perché. Forse perché ho visto pure il film e mi è tanto piaciuto. Comunque Morricone per me è il top.
Tornando alla nostra realtà, c’è una “scuola” palermitana di soprani molto apprezzata.
Palermo è strapiena di voci eccezionali, ma secondo me sta proprio nella nostra cultura che è teatrale già di suo. Una cultura musicale rappresentata in passato dalle serenate, cioè dal niente l’uomo cantava alla donna: quello era teatro e musica. Adoro tutto questo.
Quali sono i tuoi “mostri sacri” della lirica?
La Callas per i soprani e Luciano Pavarotti per i tenori: sono i miei due pilastri, li ascolto e mi piacciono sempre. Ad esempio ho apprezzato quando Pavarotti si è messo a fare il pop perché di base, mi emoziona la voce che lascia qualcosa. Stiamo parlando comunque dell’eccellenza, prendi la Callas che ha primeggiato in tutti i ruoli proposti: ma lei è la Divina!
Parlaci un po’ dei tuoi esordi, come e quando hai deciso che la tua strada era quella della musica?
Ho iniziato suonando il flauto traverso nel gruppo bandistico di Caccamo e non mi sono più fermata, continuando a studiare musica e… Nel frattempo ho anche iniziato a cantare. Mi sono iscritta al Conservatorio, facendo il triennio di canto lirico, poi musica vocale da camera, musica da concerto e operetta. Grazie al maestro Morgante sono entrata a far parte della compagnia del Testro Al Massimo, facendo due anni di tournée in giro, divertendomi con l’operetta. È il mio ambiente: canto, ballo e recito: ho trovato così la mia dimensione.
Il tuo maestro è stato?
Il mio maestro è un ex tenore del Teatro Massimo che mi segue ormai da un po’ di tempo, però devo dire la verità, ho cercato di prendere il buono un po’ da tutti quelli che ho conosciuto. Si chiama Ignazio Trappisi e lo ringrazio perché lavorare con una come me, u po’ folle, non è da tutti.
Abbiamo parlato degli 11 amici, degli Eleven Sicily Pop: undici richiama il calcio e sappiamo che non tifi Palermo, perché?
Ho sempre tifato Inter e il fatto che il Palermo era arrivato, ad un certo punto in serie A, non mi ha fatto cambiare squadra come invece è avvenuto per tanti. Non mi sembrava corretto, mi fa piacere ovviamente che vinca il Palermo però il mio cuore è nerazzurro. In famiglia siamo divisi tra interisti e juventini, ma riusciamo comunque a convivere. Il mio ragazzo è “simpatizzante” Juve, anche se non riesco ancora a capire cosa voglia significare essere simpatizzante: o tifi per una squadra oppure niente!
Chi è il tenore del calcio, nell’Inter?
Ma guarda proprio in questo momento mi sa che non ne abbiamo tanti. Invece posso dire che tra gli allenatori mi è rimasto nel cuore Mourinho, come lui non ce ne sono tanti in giro.
Chi è l’allenatore di un soprano?
È il maestro di canto ed è importantissimo. Purtroppo non sempre si riesce a trovare subito, se ne cambiano magari 2/3, però quando si ha la fortuna di trovare quello giusto, diventa proprio un mentore.
Tu insegni ai ragazzi, quali sono i consigli che dai appena iniziato?
Intanto di iniziare a studiare musica sin da piccoli. Un ruolo importante è quello dei genitori che devono comprendere le attitudini dei figli e indirizzarli verso lo studio della musica. Diciamo che dai quattordici anni circa, fino ai diciotto anni bisogna impegnarsi seriamente se lo si vuole fare per professione. Io ho iniziato a 16 anni a cantare e poi è diventata sia una passione che un lavoro: nel mio caso comunque suonavo già da prima e quindi ero sulla buona strada.
La tua comunque è una famiglia, diciamo, musicale.
Sì, mio padre suona da 35 anni nel gruppo bandistico, i miei fratelli pure. Adesso il mio fratello più piccolo ha iniziato le lezioni al Conservatorio e studia la tromba; l’altro il sax e mio padre il flicorno baritono. Una Family band possiamo dire: la Neglia’s Band.
Vi abbiamo visti tutti nel famoso video durante il primo lockdown?
Questo video è stata una rivelazione perché non ci aspettavamo così tanto successo. Un vicino di casa ci ha ripreso durante questo momento di musica virtuale, ma che ha legato tutta l’Italia, perché comunque non siamo stati solo noi: tutti i musicisti di Caccamo alle 18.00 in punto hanno suonato o cantato l’inno di Italia. Un inno dedicato a chi stava in quel momento lavorando o comunque soffrendo. Raiuno, Raidue, Raitre, TG News 24, Canale Cinque e pure Barbara D’Urso hanno mandato in onda quella interpretazione musicale comunque estemporanea: è stato bello rivedersi poi in TV.
La Televisione aiuta la musica o più in generale la cultura in Italia. Parliamo ad esempio del caso Sanremo.
Ben venga Sanremo, togliendo spazio al tanto trash che si trova in TV. Preferisco sempre un Sanremo ridimensionato che una trasmissione del tipo “La pupa e il secchione”. L’unica cosa che mi dispiace è che non c’è più il talento di una volta, prima a Sanremo arrivavano in grandi big: quelli con dei bei testi e dalle belle voci. Adesso si preferisce valorizzare la diversità dei generi e quindi trovi cantanti rap, trap o altro che non lasciano alla memoria grandi interpretazioni, ma magari fanno aumentare le visualizzazioni. Sull’onda dei format dei Talent Show in pratica.
I Talent Show per molti sono il presente ma anche il futuro: hai mai partecipato?
Ho partecipato a X Factor e sono arrivata pure alla semifinale… Poi niente. Avevo portato il brano di Ennio Morricone “Your Love” (colonna sonora di C’era una volta il West) e mi avevano fatto anche un sacco di complimenti tanto che pensavo di poter vincere, ma niente. Nel frattempo comunque studiavo e facevo concerti: il Talent non era il mio punto di arrivo, ma se capita suggerisco agli altri sempre di provarci. Per me ora è diverso, non riuscirei a gareggiare contro un ragazzino che, magari, non sa neanche cosa significhi cantare in un certo modo, senza basi solide e solo perché gli è stato dato un microfono. No, non è da me. Non posso farci niente, io sono per l’applicazione e lo studio.
Quando non canti o non suoni cosa fai? Quali sono le tue letture preferite?
Leggo un po’ tutto, in questo momento, molti libri di politica. Ho iniziato ad informarmi perché si parla spesso di giovani non interessati o, addirittura, incapaci di sapere per chi votare. Durante il lockdown ho visto tanti politici parlare in TV e, visto il difficile momento, mi sono detta: “Voglio capirne di più, per sapere per chi votare alle prossime elezioni politiche”.
Che idea ti sei fatta. C’è una buona musica in politica?
Ecco, parlando di musica proprio no, mi aspettavo anche menti più aperte, soprattutto durante il lockdown, ma c’è stato e c’è ancora troppo ostruzionismo fra loro, troppe questioni marginali che hanno condizionato il dibattito politico. Il popolo italiano meriterebbe una classe politica migliore e non sto parlando solo dei big, dell’ex Premier Conte che anzi è riuscito in qualche modo ad evitare il peggio.
Tu sei nata a Caccamo vicino Palermo, in generale quanto è importante la Sicilia nel tuo lavoro?
Tantissimo e mi piace parlarne, vantarmi dei posti che abbiamo qui. Perché avendo viaggiato tanto mi accorgo quanto sia bella la Sicilia. Ok Roma, Firenze con i loro stili, ma è in Sicilia che c’è tutto! Abbiamo tutto e non dovremmo quindi lamentarci ma solo “sfruttare” quello che abbiamo, ed invece…
Abbiamo il Teatro più grande d’Europa, la Valle dei Templi…
Amo il Teatro Massimo e per me sarebbe un sogno poter cantare stabilmente lì. L’audizione per il coro l’ho anche fatta, passandola. Sono in graduatoria, però ovviamente devo passarne tante altre per poter dire di avercela fatta. Mi piacerebbe in futuro cantare il Rigoletto.
Il Rigoletto? Non proprio l’opera più semplice.
Sì l’opera di Verdi è un po’ difficile, però… Non si sa mai. Sì, è difficile ma mai porsi dei limiti!
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports