Si è svolto oggi pomeriggio un presidio indetto dall’Osservatorio per il diritto alla città – Palermo e Parco Villa Turrisi, in piazza S. Tommaso D’Aquino.
L’incontro è stato un’occasione per i cittadini, gli abitanti del quartiere e per tutte quelle realtà per le quali il verde urbano rappresenta un elemento essenziale e necessario per il benessere della città, per chiedere che il Parco Villa Turrisi venga finalmente istituito e salvaguardato.
Il Parco si trova a Palermo, nell’estensione ovest, nell’area compresa tra le Vie Leonardo da Vinci, Casalini, Bonafede, Piazza Russia, Mammana, Beato Angelico e l’area compresa tra Via Leonardo da Vinci, Ruggeri, De Grossis, G. E. di Blasi e Politi.
L’area verde si estende per oltre 250.000 mq (25 ettari), per un perimetro di 2,5 Km. Per capire concretamente la grandezza dell’area bisogna immaginare che è 4 volte il Foro Italico, 3 volte Parco Uditore, poco più grande del Parco Ninni Cassarà e seconda, come grandezza, dopo il Parco della Favorita.
Nel Parco Villa Turrisi, che si estende per lo più su aree private, alcune delle quali a coltura agricola, con prevalenza di agrumi, si trovano anche aree pubbliche, che possono costituire i primi nuclei di libera fruizione per i cittadini, quali le aree dell’ex tracciato ferroviario Palermo-Camporeale, degli argini e superfici dei Canali Borsellino e Passo di Rigano e dei beni confiscati alla mafia.
Al dibattito hanno preso parte anche Giuseppe Barbera, professore di Colture Arboree UNIPA e Giancarlo Gallitano, architetto paesaggista, DARCH UNIPA.
I rappresentanti dell’Università di Palermo hanno sottolineato quanto il benessere dei cittadini deve essere l’obiettivo primario di chi amministra il proprio territorio e che la cura dell’ambiente è uno degli elementi che più determinano la qualità della vita.
Parchi, giardini e aiuole devono essere tutelate, perché sono elementi che rendono vivo il sistema urbano e lo mettono in sana relazione con i suoi abitanti.
È stato spiegato che gli spazi verdi rappresentano il polmone della città, favoriscono la termoregolazione, rendono permeabile il terreno diminuendo la fragilità idrogeologica del territorio, mantengono la connessione con la biodiversità di flora e fauna, mentre una cementificazione selvaggia può solamene arrecare problemi alla città.
“Riteniamo che le politiche pubbliche non possano prescindere dai benefici che la presenza e la cura delle aree verdi procurano alla città” hanno affermato gli organizzatori del presidio “verde”.
La mattinata ha visto un’azione di guerilla gardening sempre nell’area di piazza Tommaso D’Aquino per dare forza all’idea della trasformazione in chiave ecologica delle aree urbani e del protagonismo dei cittadini.
“Palermo e l’intero pianeta hanno bisogno di ripensarsi in un’esistenza armoniosa con la natura” hanno spiegato gli organizzatori “Per questi motivi chiediamo a gran voce che il Parco Villa Turrisi venga finalmente istituito e protetto e vogliamo che questo sia solo uno dei tanti tasselli che possano invertire la rotta che, dal sacco di Palermo alla sentenza del TAR del 15 dicembre 2020, vede inesorabilmente calare cemento sulle nostre teste”.
Gli organizzatori hanno sottolineato che la loro presenza nell’area verde, rappresenta l’espressione della volontà dei cittadini di partecipare attivamente alla politica e alla progettazione del verde urbano per una rigenerazione ecologica reale.
“Ormai il nostro sguardo non può più fermarsi a un orizzonte ristretto. La crisi ecologica mondiale e la pandemia di quest’ultimo anno ci dicono che il tempo delle speculazioni edilizie e del consumo di suolo deve finire”.
“Palermo non ha bisogno di nuove costruzioni, lo dimostrano le migliaia di abitazioni sfitte. Palermo non ha bisogno di nuove cittadelle o di mega palazzi per uffici e centri congressi, come non ne hanno bisogno il mondo e gli esseri viventi che lo popolano” hanno concluso gli organizzatori.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports