E’ il clima che decide la storia futura dell’uomo e la giustizia climatica è una questione culturale. Il tema, centrale nella discussione politica e intellettuale, è al centro della conferenza di chiusura della campagna sulla giustizia climatica del programma internazionale Human Fredom 2021, sabato 27 febbraio alle 20, in streaming, organizzato dalla compagnia palermitana Raizes Teatro insieme al Global Campus of Human Rights e ad AvantGardeLawyers, con i contributi della Columbia University, l’Università Roma Tre e l’Università degli Studi di Palermo.
Nell’ambito della conferenza, gli artisti di Raizes Teatro nella performance “Last butnotLeast”, per la regia di Alessandro Ienzi, porteranno in scena i dilemmi etici e la consapevolezza archetipica del ruolo dell’uomo nel mondo. Patrick Andrade Mendes, Lorenzo Randazzo, Marina Mazzamuto e Nunzia Lo Presti interpreteranno dal vivo quattro persone che viaggiano per il mondo, per i luoghi più disparati, dal Polo Nord all’Africa centrale, dalle coste all’entroterra dei continenti, e scoprono che il mondo sta cambiando, perdendo forza, avviato verso un inesorabile declino.
Saranno l’attrice Marina Mazzamuto e Alessandro Ienzi, fondatore di Raizes Teatro e direttore di Human Freedom 2021, a presentare i contributi di quattro esperti mondiali sull’emergenza climatica e sul ruolo dei cittadini e della cultura nella risoluzione del problema.
Dall’Earth Institute della Columbia University di New York arriva il contributo del professor Mark Cane, massimo esperto mondiale di El Nino e del surriscaldamento degli oceani.
“Ho avuto la fortuna di lavorare sugli oceani tropicali nell’era in cui siamo arrivati a comprendere e prevedere El Niño e l’oscillazione del sud (Enso), l’ormai famoso modello di variabilità climatica interannuale con conseguenze globali ben pubblicizzate. Steve Zebiak ed io abbiamo ideato il primo modello numerico in grado di simulare l’Enso e nel 1985 abbiamo utilizzato questo modello per fare le prime previsioni, su base fisica, di El Niño. Nel corso degli anni il modello Zebiak-Cane è stato lo strumento principale utilizzato da molti ricercatori per migliorare la comprensione di Enso e l’impatto sulle attività produttive dei paesi fondati sull’agricoltura e sulla pesca” ha affermato Mark Cane.
“I poli sono spesso fuori mappa ma sono anche le regioni che stanno cambiando più rapidamente. Spetta a noi, la comunità scientifica polare, assicurarci che non cadano sotto silenzio, ecco perché ci sforziamo di capire i processi che stanno avvenendo nei poli, in modo da poter aiutare la società a capire come cambia il pianeta” ha spiegato la professoressa della Columbia University, Robin Bell, esperta di surriscaldamento globale, di scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello del mare e organizzatrice di più di dieci spedizioni ai poli.
Dall’università di Roma Tre dà il proprio contributo il professore Guido Giordano, geologo, autore per Rewtriter, blog online sul clima e sul suo legame con la giustizia sociale e sull’importanza dell’acqua quale massima risorsa per le vite presenti sul pianeta. E infine il professore Maurizio Carta, del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, offre una riflessione sulla città, sui suoi spazi, sull’urbanizzazione e sulle sua compatibilità con la natura.
La campagna Climate Justice di Human Freedom 2021 è iniziata il 29 gennaio scorso con presentazione del programma e la pubblicazione di “Urban Life vs Wildlife” e proseguita con altri quattro eventi in streaming.
La conferenza di sabato 27 febbraio sarà pubblicata sulle pagine Facebook di Human Freedom 2021 e di Raizes Teatro. Disponibile, dal giorno successivo, sul sito Human Freedom 2021. Il successivo appuntamento con Human Freedom 21, quello con la campagna Gender Equality, a partire da marzo.
di Redazione – EmmeReports