Siciliano nel cuore e nelle radici ma londinese di adozione Vincenzo Muratore ha già lasciato tracce concrete nella terra dei padri. Autore di architetture quasi visionarie nella Valle del Belice dove ha curato il restauro e recupero di edifici di culto ormai abbandonati; di sculture slanciate in equilibri dinamici come “Creazione – A mio padre“ del 2016, posta accanto alla cattedrale di Palermo per legare simbolicamente e visivamente lo spazio pubblico alle vestigia e alla sacralità dell’antica chiesa. Nonostante gli studi universitari di economia, la sua formazione è stata essenzialmente interiore, per poi esprimere nell’arte – attraverso tecniche sempre diverse – la sapienza raggiunta nei lunghi anni trascorsi nella Comunità Trinità della Pace.
In questa comunità laica, raccolta nel silenzio e nella bellezza naturale delle campagne di Contessa Entellina, l’identità ruota attorno a tre carismi: Cultura, Accoglienza ed Eucarestia. Ci può spiegare la loro importanza e interdipendenza?
Sono profondamente convinto che tutti e tre i carismi rappresentino le fondamenta e l’armatura di un ponte diretto con Dio: l’incontro con l’altro e la condivisone attraverso l’accoglienza, la cultura come dialogo, riflessione e approfondimento, l’eucarestia come momento di comunione e condivisione. Nella loro diversità concorrono ognuno a manifestare la forza creativa e potente di Dio. In specifico la cultura è una luce che contamina la nostra vita, sradica le certezze, mette in discussione le consuetudini. La cultura è messaggio, comunicazione e stimolo per domande e nuovi punti di vista; nella Comunità viene vissuta attraverso molte forme espressive: la scrittura, l’arte, la musica, la danza, l’architettura e il teatro, perché ogni forma concorre nel darci la possibilità di un’evoluzione interiore.
L’Arte rappresenta una quarta via di conoscenza, più intuitiva?
No, l’arte, quella vera, appartiene alla cultura e concorre a stimolare uno spirito creativo, donandogli una nuova visione del mondo. Il carisma della cultura e quindi anche l’arte, ci aiuta a porre degli interrogativi ad accompagnare una riflessione profonda, che potrebbe addirittura sembrare scandalosa ma è necessaria per un’evoluzione sensoriale e intellettiva, che si espande fino a diventare sociale ed estetica.
Nelle sue architetture a Contessa Entellina l’espressione della bellezza accompagna spesso segni e simboli: è una scelta esoterica?
Non direi, perché non c’è alcuna forma di esoterismo in quello che ho progettato e che abbiamo realizzato assieme ai membri della Comunità. Riscontro piuttosto una frammentazione di stili e lo stretto connubio con la nostra storia locale e le stratificazioni culturali su cui poggia il nostro tempo; è un inno all’ecumenismo e si innesta nel solco del sincretismo religioso di fridericiana memoria. È un tuffo creativo fatto di contaminazioni basate anche sulle teorie decorative dell’austriaco Friedensreich Hundertwasser. Per ampliare la visione e rendere il luogo ecumenico e sincretico sono presenti tutti gli elementi tipici della fede cattolica ma riposizionati, contaminati dai simboli che questa condivide con altre religioni.
È un percorso dell’anima, una successione di stati emotivi: shock iniziale, stupore, spaesamento, inquietudine, stimolo creativo e ricerca, sintesi e finalmente pace interiore. Ogni elemento richiama il luogo, la natura, la storia perché possa riaffiorare l’unità, fatta di tutte le culture e degli eventi che si sono sovrapposti nel tempo. Cito Elisabetta Rizzuto, che ha curato una mia mostra personale a Londra : “Siamo fatti della stessa sostanza dei nostri luoghi e della loro storia. Siamo figli della cultura classica della Magna Grecia, siamo arabi e siamo normanni, ci portiamo dentro il barocco, il paesaggio della vallata in cui predominano vitigni e uliveti ma anche le distruzioni del terremoto. Così come tutte le trasformazioni, anche la più traumatica, concorre inevitabilmente a definire la nostra identità”.
Nel prossimo articolo su Vincenzo Muratore presenteremo altre sue sculture, accomunate da una ricerca costante di esaltazione tecnica della materia.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports
Vincenzo Muratore è scultore, pittore e designer. Nato a Palermo nel 1985, ha seguito progetti artistici di riconversione in aree rurali della Sicilia e partecipato a prestigiose biennali d’arte, avendo inoltre all’attivo numerose personali. Si è trasferito a Londra nel 2017, continuando a realizzare opere su migrazioni, disabilità e introspezione.
Tra le sue opere:
COME TERRA (Like Earth) – nel Giardino della Creazione Nuova di cui è il curatore, Contessa Entellina (Palermo), 2016 resina bronzea.
CHIESA TRINITÀ DELLA PACE NUOVA – restauro e recupero funzionale di edificio sacro in Contessa Entellina (Palermo) 2010.
EREMO BLU DELLA PACE – restauro e recupero funzionale di edificio civile in Contessa Entellina (Palermo) 2012 (in corso).
CAPPELLA ETTY HILLESUM – Contessa Entellina (Palermo) 2011.
BIBLIOTECA GIROLAMO SAVONAROLA – Contessa Entellina (Palermo) 2012, tutte su commissione della Comunità Trinità della Pace.
VITAe – scultura alle Purrere di Sambuca di Sicilia (Agrigento) commissionata da Strade del Vino Terre Sicane, 2016 resina.
CREATION, a mio padre – scultura per la Cattedrale di Palermo, 2016 resina.