Nuovo appuntamento con Sicilian Puppets Series, la rassegna annuale ideata dal Museo delle Marionette che vede coinvolte le 10 compagnie di Opera dei pupi della “Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’Opera dei pupi”.
Sono 80 gli spettacoli che, fino al 31 ottobre, verranno messi in scena in streaming, gratuitamente (e in presenza non appena possibile) dai teatri stabili di Opera dei pupi e dai luoghi della cultura di cinque comuni siciliani: Palermo, Acireale, Alcamo, Messina, Sortino.
Sabato 13 febbraio alle ore ore 21
Morte del Re Pipino – Compagnia Famiglia Mancuso
Crifone di Magonza, dopo aver visto il ritratto di Berta del Gran piè, ordina che sia uccisa ma, mosso da pietà, il sicario la libera nel bosco. Frattanto, il re di Francia Pipino sposa Elisetta di Magonza, che si traveste da Berta. Dall’unione, nascono Olderigi e Lanfroi.
Un giorno, durante una battuta di caccia, re Pipino va a ristorarsi nella casa del boscaiolo e ritrova Berta. Comprende così di essere stato ingannato dai magonzesi, condanna al rogo Elisetta, e mette in fuga i magonzesi. Trascorrono molti anni, e un giorno il re riunisce il Consiglio per annunciare la perdita della moglie, morta in seguito alla nascita della figlioletta, chiamata Berta nel suo ricordo. Confida inoltre ai suoi baroni che, alla propria morte, suo unico erede sarà il piccolo Carlotto.
I fratellastri dell’erede designato al trono, Lanfroi e Olderigi, promettono allora di vendicarsi di Pipino e, nottetempo, lo uccidono nel sonno. Nel trambusto, si accorgono che Carlotto ha visto il tutto e si ripromettono di eliminarlo. Frattanto, i magonzesi, guidati da Crifone, decidono di assaltare Parigi per completare il tradimento.
Compagnia Famiglia Mancuso. La compagnia è nata su iniziativa di Enzo Mancuso, ultimo discendente dell’omonima famiglia di pupari che diede inizio alla propria attività a Palermo nel 1928, quando il cavaliere Antonino Mancuso aprì il suo primo teatro dell’Opera dei pupi. Enzo, nipote del cavaliere ed erede del patrimonio familiare, è oggi l’anima della compagnia. Si dedica alla costruzione e alla manovra dei pupi e ha approfondito lo studio di antichi canovacci, perfezionando la tecnica recitativa.
Domenica 14 febbraio alle ore 18
La Francia sotto assedio – Compagnia Franco Cuticchio figlio d’arte
A Parigi, l’imperatore Carlo Magno è preoccupato per l’assedio del terribile esercito barbaro guidato dal re africano Miriante. Carlo Magno riunisce così il Consiglio chiamando a raccolta i cavalieri più valorosi del suo esercito, e comunica loro che, in assenza del Capitan generale e nipote Orlando, sarà Rinaldo, secondo paladino di Francia, a condurre gli uomini in battaglia.
Al primo assalto, il nemico viene messo a dura prova dal valore dei francesi e Rinaldo, facendo breccia tra le fila, incontra il re Miriante, lo affronta in duello e lo costringe a cercare riparo nel bosco. Mente insegue il re in fuga, Rinaldo si imbatte in un terribile serpente velenoso che fa sì che Miriante riesca a fuggire. Frattanto, il mago Malagigi, il mago difensore della cristianità, riceve la visita del diavolo Nacalone che lo informa che il nipote Rinaldo, in cerca di Miriante, incontrerà il cugino Orlando, che sta accompagnando la Principessa Angelica nelle sue terre. Tra i due, entrambi innamorati della donna, avrà luogo un duello. Malagigi parte allora per impedire lo scontro. Come predetto da Nacalone, Rinaldo si imbatte in Orlando Angelica e ha inizio il duello.
Con tempismo perfetto, il mago Malagigi riesce però a interrompere lo scontro e ricorda loro il giuramento fatto all’imperatore Carlo Magno: combattere per la difesa del regno. I due rientrano dunque in Francia dove, sprezzanti del pericolo, corrono incontro al nemico per dar prova del loro valore. Provocano all’esercito nemico numerose perdite e, nello scontro con Miriante, Orlando lo sconfigge in nome del regno di Francia.
Compagnia Franco Cuticchio figlio d’arte. Franco Cuticchio (Termini Imerese, 1964) appartiene ad una storica famiglia di pupari. Franco è attivo sul palcoscenico fin dall’età di cinque anni, quando intraprende il suo lungo apprendistato come vuole la tradizione: dando la voce ad un angioletto.
di Redazione – EmmeReports