Uno Sciopero Generale in piena emergenza Covid ha sollevato alcune polemiche, soprattutto nel settore pubblico, ma rende sicuramente la misura di come siano peggiorate le condizioni di molti lavoratori e lavoratrici.
SLAI COBAS per il sindacato di classe e S.I. COBAS (Sindacato Intercategoriale Cobas) hanno manifestato davanti alla Prefettura di Palermo nel giorno dell’indizione di uno Sciopero Generale contro “l’impoverimento generalizzato e il peggioramento delle condizioni di vita di milioni di lavoratori e lavoratrici“.
A quasi un anno dall’inizio della pandemia, i sindacati di base, a cui si sono aggiunte le delegazioni di Potere Al Popolo e del Partito Comunista dei Lavoratori, hanno manifestato a Palermo contro le misure di contenimento adottate dal governo Conte, dalle Regioni e dagli enti locali che “si sono dimostrate totalmente fallimentari sia sotto il profilo sanitario sia sul versante della difesa delle condizioni di vita dei lavoratori e dei settori più deboli della popolazione”.
“Siamo qui in piazza convintamente perché non è più il momento di giocare sulla pelle dei lavoratori, degli sfruttati, di chi era già in situazioni di difficoltà economiche e sociali e che questa pandemia ha messo a terra. Nel frattempo mentre tanti lavoratori e inerti cittadini si ammalano e muoiono le grosse aziende continuano a capitalizzare” afferma Marilena di Potere Al Popolo.
“Il Covid non è il problema, ha solo svelato il vero problema che è il capitalismo. Siamo convinti che gli interventi debbano essere sia immediati che a lungo termine. Una patrimoniale al 10% e interventi immediati su lavoro, sanità e istruzione pubblica non sono già rinviabili” ha concluso la militante di PAP Palermo.
Diverse scuole, nei giorni scorsi, avevano mandato avvisi ai genitori di possibili disagi nel garantire il regolare svolgimento delle attività didattiche e di accesso a scuola per l’adesione di insegnanti e personale ATA allo Sciopero Generale di oggi.
“Vogliamo denunciare le numerose segnalazioni provenienti da docenti e lavoratori ATA su alcuni Dirigenti Scolastici che, illegittimamente, hanno preteso una preventiva comunicazione di adesione allo sciopero di oggi” dichiara Donatella dello SLAI COBAS per il sindacato di classe.
“Siamo davanti ad una palese violazione di un diritto costituzionalmente riconosciuto. Alcuni hanno anche avanzato bizzarre ipotesi di sciopero virtuale, ma dinnanzi alla grave situazione economica e sociale il diritto di sciopero si difende solo scioperando” conclude la sindacalista.
“Il Covid ha fatto semplicemente emergere tutte le contraddizioni all’interno di un sistema economico che si è rivelato inadeguato” afferma Francesca del Liceo Coreutico presso il Regina Margherita.
Tantissime le iniziative nelle principali piazze italiane dove, sfidando anche i divieti previsti, gli studenti hanno voluto manifestare in special modo contro la Didattica A Distanza.
“La Didattica A Distanza è stata gestita con improvvisazione e non ha tenuto conto del fatto che un terzo degli studenti in Italia è sprovvisto dei mezzi tecnologici, quali la connessione o il computer, per poterne accedere” ha continuato la studentessa.
“Sicuramente non può essere la soluzione il mix tra didattica a distanza e di presenza soprattutto per quegli istituti, come il mio, dove le materie di indirizzo pratico sono una componente essenziale” ha concluso Francesca chiedendo maggiori investimenti sull’edilizia scolastica e sul sistema dei trasporti a garanzia “reale” del diritto allo studio.
“Abbiamo aderito allo sciopero generale perché crediamo che il movimento operaio vada ricompattato e per questo siamo anche all’interno del Patto d’azione anticapitalista – per il fronte unico di classe” ad affermarlo è Antonio, responsabile della sezione palermitana del Partito Comunista dei Lavoratori.
“Crediamo che debba pagare chi non abbia mai pagato e per questo, oltre alla patrimoniale del 10%, chiediamo la nazionalizzazione, senza indennizzo e sotto controllo operaio, di tute le aziende che licenziano” conclude Antonio chiedendo un reddito di continuità per tutte quelle categorie di lavoratori e lavoratrici, come spettacolo e produzione culturale, gravemente colpite dalla crisi economica derivante dal lockdown di settore.
di Antonio Melita – EmmeReports