Elio Corrao è un artista palermitano nato nel 1944, che avrebbe dovuto esporre una serie di dipinti a Palazzo Jung ma le restrizioni legate all’attuale pandemia ne hanno temporaneamente sospeso il progetto.
Ventitré paesaggi ognuno accompagnato da un commento letterario, un ricordo, una lirica o un breve testo critico; l’impegno di ventitré intellettuali per dare, attraverso personali letture, un quadro complessivo sfaccettato del maestro, docente, pittore, scultore e letterato.
Cerchiamo a nostra volta di conoscerlo, attraverso una serie di articoli che svelino al lettore la sua arte complessa e riflessiva. Elio Corrao è stato per una vita Professore di discipline plastiche, insegnando sia al Liceo che alla Scuola d’arte, ma anche tenuto aperto nel cuore della città, in Via Emerico Amari, una fiorente e ricercata bottega di ceramista. La passione per il bello è sempre stata presente in famiglia, perché da parte di madre è parente con Onofrio e Armando Tomaselli, il primo pittore verista, il secondo scultore, che diedero un significativo contributo estetico alla Palermo di inizio Novecento.
Seguiremo l’opera di Corrao in tre diversi aspetti: il paesaggismo, con alcuni dei contributi letterari scritti per l’evento di Palazzo Jung su un’idea espositiva del Professor Tommaso Romano, poi la pittura, principalmente di interni e di corpi, infine la scultura attraverso la produzione di maioliche.
Per parlare di Elio Corrao senza disperdersi nelle tante ricerche e nei linguaggi usati dall’artista cerchiamo di coglierne l’ambiente e la personalità: scopriremo una radice unitaria attenta alla novità dei linguaggi ma decisa nel riaffermare ogni volta la propria identità. La Palermo di Via Amari è un reticolo ordinato ed arioso di strade ottocentesche che diedero abitazione ad una laboriosa e raffinata borghesia. Palazzi austeri di facciata, sontuosi negli scaloni a pozzo, nei marmi e negli ottoni, nelle vetrate e nel ferro battuto; palazzi di appartamenti di grandi stanze affacciate sul viale e più intimamente nascoste ma aperte sui cortili interni, ricchi di pomelie profumate e talvolta di esotici banani. Il porto a pochi passi era un mondo diverso, di voci e lavoranti; la città barocca emotivamente ancora più lontana, coi vecchi fasti e le miserie moderne; la campagna qualcosa di remoto, più il ricordo di una gita che una realtà quotidiana. La Sicilia con le sue luci e colori, con l’aria limpida i commercianti e i carrettieri non trovava posto in quei palazzi ordinati, austeri e rassicuranti.
Non è difficile spiegare la sua pregevole pittura di paesaggio, tema dominante dell’evento progettato per Palazzo Jung; sono dipinti costruiti per blocchi cromatici orizzontali dove la tessitura delle pennellate è liscia per le lontananze e materica, grassa e densa per quel che ci sfiora, acqua o terra che sia. Paesaggi di colori caldi per quanto è fisico, vicino all’osservatore, di azzurri viola e verdi freddi e taglienti per i cieli e le distanze siderali. Opere senza narrazione, teatro del mito, mai semplici fondali o rappresentazioni simboliche. Cosa dipinge Corrao quando lavora a un paesaggio? Un luogo della mente, dove ognuno può trovarsi in sintonia senza dovervi riconoscere o ricordare una specifica identità. L’unico personaggio di questi spazi senza suoni è il sole, che talvolta tramontando lascia tracce dorate e vibranti in una composizione quasi astratta.
Riportiamo per i lettori di EmmeReports alcuni abbinamenti fra letteratura e opere che ci hanno particolarmente colpito.
E IL MARE [Da “Il nuotatore incerto”, 2002] un fregio per Elio
E il mare, la fuga, la triste voracità degli occhi,
e il turgore, le foglie, la levità precipite,
il gorgo dell’acqua, le occhiaie della notte:
poi il volo dell’upupa.
Aldo Gerbino
A ELIO CORRAO
Giungere al cuore
dell’originario fondamento
cromie nel destino
di un tempo rarefatto
immoto apparentemente d’altre galassie
senza orma d’umano,
penetrarne il Mistero
e scoprire
che la bellezza languente
può rammemorare,
qui è ora,
che posare sguardo
alla visione
allevia il corso dei giorni,
informi.
Tommaso Romano
Ti guardo e ricordo ancora l’esile fuscello che con tanta speranza ricoprii di terra vergine le tue radici. Sei diventato forte e ombroso ed io fragile e stanco mentre ti contemplo. Francesco M. Scorsone
Questi sono solo tre esempi delle suggestioni letterarie provate ammirando le opere del maestro Corrao. Ad ogni dipinto è legato un testo, gli autori sono: Antonella Affronti, Maria Patrizia Allotta, Gonzalo Àlvarez García, Giuseppe Bagnasco, Mariella Calvaruso, Aurelio Caruso, Giovanna Cavarretta, Amalia De Luca, Aldo Gerbino, Serena Lao, Pietro Longo, Gabriella Lupinacci, Vito Mauro, Guglielmo Peralta, Ida Rampolla del Tindaro, Tommaso Romano, Antonino Sala, Pino Schifano, Francesco M. Scorsone, Vinny Scorsone, Ciro Spataro, Giovanni Teresi e Vincenzo Viscardi. Purtroppo la mostra di Palazzo Jung rimane, per ora, sospesa.
È comunque possibile leggere gli interventi letterari e ammirare le opere che li hanno ispirati, grazie alla disponibilità del Curatore: si può chiedere un pdf de “I paesaggi di Elio Corrao” scrivendo a info@studio71.it o ritirando direttamente una copia a stampa presso Studio71 Via Fuxa n. 9 a Palermo.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports