“Blocco totale di tutte le produzioni industriali nocive e ad alta concentrazione operaia, mappatura generale del contagio sui territori (tamponi, test, tracciamenti), controlli sanitari ai confini, assunzione di personale medico e paramedico e sviluppo della medicina territoriale”.
Sono queste le proposte avanzate dagli attivisti di Antudo che, contro la crisi economica causata dalla pandemia da Covid-19, chiedono “un sostegno incondizionato alle famiglie siciliane: mille euro per tutti”.
Di seguito la nota degli attivisti di Antudo, con le dichiarazioni di Luigi Sturniolo.
Questa pandemia è il frutto avvelenato del nostro sistema di produzione e consumo, del nostro modo di vivere il territorio, di stare sulla madre terra. Da marzo scorso viviamo in un “tempo pandemico”: indossiamo le mascherine, ci salutiamo con i gomiti, cambiamo i nostri riti – quello della cura dei nostri cari e del lutto, sopra ogni altro; sperando che quella che stiamo vivendo sia una “infausta parentesi”, e “dopo”, quando saremo “salvi”, quando tutto questo sarà finito, vivremo di nuovo la nostra “meravigliosa” vita. Ma il futuro che si prospetta è il nostro passato. In questo presente è assordante il silenzio della politica. Lo scontro è tutto tra istituzioni, tra governo centrale e regioni, tra ministri e governatori, tra governatori e sindaci. Il “funzionamento”. La politica di fronte a quest’ultima crisi dell’umanità è muta. Non c’è una sinistra e non c’è una destra – c’è solo la tecnica amministrativa – e le frizioni sono sulle “misure” da prendere. Non ci sono né sinistra e né destra perché entrambe “condividono” questo sistema di produzione e consumo e non individuano in esso la relazione con la pandemia.
“La parola è lasciata agli Esperti, ai virologi, agli indici e ai coefficienti” afferma Luigi Sturniolo che denuncia come ad un anno dalla pandemia, il contagio – nella lettura degli “esperti“ – sia “fuori controllo”.
“Il Governo sta puntando tutto sulle differenziazioni territoriali, dividendo le regioni tra zone rosse, arancioni e gialle. La Sicilia sarà in zona rossa fino al 31 gennaio; su quali misure verranno adattate subito dopo si sa ancora poco. Le zone “covid free” (quelle che si promuovevano per il turismo estivo) non ci sono più. Con questi dati di tendenziale “omologazione” del contagio, la differenziazione dei colori delle regioni – tra giallo, arancione e rosso – è un esercizio vuoto, come d’altronde gli stessi “tecnici” a capo dei comitati riconoscono. Peraltro, il cambio delle colorazioni è ravvicinato, le differenziazioni sono minime, e seguirle è diventato praticamente impossibile” continua Sturniolo.
Sulla scelta delle restrizioni da adottare pesa di certo la contraddizione tra salute e economia, la più profonda e grave delle contraddizioni. Nel frattempo, però, i morti per Covid aumentano; e sono per lo più anziani, malati, fragili. I più deboli. Quelli che avrebbero dovuto esser più protetti.
“Questa pandemia gronda sangue, certo, ma è questo sistema che gronda sangue. La situazione della sanità fa schifo, le ASL pasticciano, imbrogliano, le terapie hanno fatto cilecca e morti: quanti morti per criminali intubazioni? Quanti morti per lentezza nei soccorsi e per terapie sbagliate? Ma ciò che appare evidente e che ha avuto un peso rilevante è anche l’incapacità politica dei governanti a dirigere l’emergenza. La stessa “vaccinazione di massa”, che era propagandata come l’arma finale, cammina a rilento, è in una situazione confusionale – e non sappiamo che reali percentuali di copertura dà o fino a quando; se sarà efficace contro le mutazioni del virus. Anche sulla cassa integrazione, sui ristori, sui bonus, sul reddito di emergenza – i problemi sono molteplici, con ritardi, insufficienze e inefficienze” continua l’attivista indipendentista che punta il dito contro la gestione del “apri e chiudi” che, anche a detta degli esperti, provoca comunque un aumento dei contagi.
“C’è un dato importante che qui in Sicilia avrebbe dovuto far riflettere chi ci governa: gli unici posti al mondo dove il contagio è “sotto controllo” sono le isole, dove cioè c’è stato un immediato controllo dei confini. Ma ora questo elemento geografico-sanitario da solo non basterebbe: si correrebbe il rischio di trasformare l’isola in un universo concentrazionario – come una prigione; le prigioni sono chiuse ai “confini”, ma una volta entrato il virus si trasformano in un inferno se non vengono messe in opera tutte le misure di intervento e di cura” conclude Sturniolo che rilancia affermando “È il tempo di prendere nelle nostre mani il destino delle nostre vite, della nostra salute e della nostra economia. Occorre fermare questo sistema di produzione e consumo impazzito. Il momento è adesso. Se non lo fermiamo, continueremo a morire”.
di Redazione – EmmeReports