Questo articolo sarà estremamente breve per non permettere lo sfociare in sterili critiche di qualsiasi provenienza, in quanto l’obiettivo è ricordare semplicemente i fatti accaduti da un punto di vista storico e per commemorare le anime dei morti.
Sappiamo bene in tutto il mondo che il 27 gennaio del 1945 avveniva la liberazione del campo di concentramento Auschwitz Birkenau da parte dell’Armata Rossa, più precisamente la 60ª Armata del 1º Fronte ucraino agli ordini del maresciallo Ivan Konev.
La persecuzione ai danni degli ebrei europei inizia nel 1933, dopo l’elezione di Adolf Hitler in Germania e le aggressioni da parte delle SA (Squadre d’Assalto) naziste.
Il 15 settembre 1935 vengono approvate le Leggi di Norimberga secondo le quali gli ebrei non saranno più considerati cittadini tedeschi e per questo non potranno più votare e sposarsi con cittadini tedeschi.
Nei negozi tedeschi spuntano i primi cartelli con scritto “gli ebrei non possono entrare” e, con l’aggiunta di altre leggi, gli ebrei non potranno più esercitare le loro professioni: i medici ebrei non potranno più esercitare negli ospedali pubblici tedeschi e lo stesso varrà per altri professionisti come avvocati ed insegnanti.
Punto di svolta il 9 novembre del 1938 con la Notte dei Cristalli, quando una sommossa popolare guidata dalle SS devasta negozi gestiti da ebrei, sinagoghe e case per tutta la Germania, oltre che nei territori recentemente annessi (Austria e Cecoslovacchia). Da questo momento la pesante discriminazione civile si trasforma in persecuzione di massa, volta a rendere la vita degli ebrei impossibile, spingendo molti di loro ad emigrare.
Con l’annessione della Polonia nel 1939, vengono creati i ghetti ebraici: il primo a essere ufficialmente costituito fu quello di Łódź il 10 dicembre 1939. Seguirono poi i ghetti a Varsavia il 2 ottobre 1940, Cracovia il 3 marzo 1941, Lublino il 24 marzo 1941, Kielce nel marzo 1941 e Radom nell’aprile 1941.
Dal 6 settembre 1941 inizia l’obbligo per gli ebrei di indossare la Stella di David sugli indumenti come tratto distintivo.
Il 20 gennaio 1942, le SS, i membri del Partito Nazista e un certo numero di funzionari statali si riuniscono durante la Conferenza di Wannesee, nei pressi di Berlino, per coordinare le deportazioni degli ebrei europei verso i centri di concentramento, sia quelli già funzionanti che quelli ancora in costruzione nella Polonia occupata. Molti di loro muoiono a causa delle condizioni disumane in cui vengono costretti a vivere e lavorare.
Sin dall’inizio del Regime Nazista, le autorità tedesche perseguitarono gli omosessuali e altri gruppi le cui abitudini erano considerate contrarie alle norme sociali del tempo. La polizia tedesca prese di mira migliaia di oppositori politici tra i quali comunisti e socialisti ed anche i dissidenti religiosi come i Testimoni di Geova.
Verso la fine della guerra ricordiamo le tristemente note marce della morte che tra il 1944 ed il 1945, mentre i Russi avanzavano verso la Germania, le SS deportavano gli ebrei russi verso i campi di concentramento ad ovest, all’interno dei confini della Germania. Molti di loro moriranno o saranno uccisi durante le marce.
In Italia, le deportazioni iniziano nell’ottobre del 1943 e verranno deportati circa 8000 ebrei italiani.
L’evento simbolo che decreterà l’inizio della fine dell’olocausto sarà la liberazione del campo di Auschwitz Birkenau il 25 aprile del 1945, ma ufficialmente finiranno l’8 maggio 1945, con la proclamazione della Giornata della Vittoria.
In conclusione, voglio invitare i lettori di EmmeReports a commemorare i morti di questo genocidio, senza farne mezzo di strumentalizzazione politica.
Il drammatico ricordo dovrebbe renderci capaci di saper puntare il dito verso queste pratiche ancora esistenti: persecuzioni, deportazioni contro minoranze etniche, dissidenti ed oppositori politici che avvengono ancora oggi.
Dobbiamo saperle sempre denunciare, qualunque sia la provenienza geografica, ideologica e politica altrimenti non si può chiamare memoria, ma passerella politica.
di Vittorio Emanuele Miranda – EmmeReports