Confiscati beni per un valore complessivo di 10 milioni di euro a Salvatore Cataldo, imprenditore edile 72enne legato alla famiglia mafiosa di Carini. La Polizia ha dato esecuzione al provvedimento del Tribunale di Palermo (Sezione Misure di Prevenzione) applicando inoltre la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per la durata di quattro anni.
Le indagini economico – finanziarie sono state svolte dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo e dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Palermo e hanno permesso di individuare un enorme patrimonio costituito da imprese, beni immobili, veicoli e rapporti bancari di origine illecita in considerazione dell’esiguità delle risorse economiche dichiarate al Fisco e di un assetto patrimoniale squilibrato, in netto contrasto con le acquisizioni effettuate nel corso degli anni dallo stesso e dai componenti del suo nucleo familiare.
Imprenditore edile legato alla famiglia mafiosa di Carini ed in particolare al suo reggente Vincenzo Pipitone, Salvatore Cataldo, dopo aver riportato una condanna definitiva alla pena di tre anni di reclusione per soppressione di cadavere, è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere e successivamente condannato con sentenza della Corte di Appello di Palermo, alla pena di otto anni e quattro mesi di reclusione, per aver partecipato alle attività criminali della famiglia mafiosa di Carini, costituendo un punto di riferimento di quel territorio, per le questioni legate al pagamento del pizzo e per aver messo a disposizione un proprio fondo per seppellire i cadaveri di Giovanni Bonanno e Bartolomeo Spatola. Successivamente è stato condannato dalla Corte di Assise di Palermo, insieme a Vincenzo Pipitone, Giovanbattista Pipitone e Antonino Di Maggio, alla pena dell’ergastolo per il duplice omicidio pluriaggravato di Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto, commesso nel 1999 su ordine di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, che li ritenevano responsabili della scomparsa di un loro familiare eliminato con metodo della lupara bianca.
A Salvatore Cataldo è stato confiscato un cospicuo patrimonio costituito da 13 beni immobili tra fabbricati e terreni, 22 veicoli tra autovetture, motocicli, autocarri, mezzi speciali e rimorchi, 5 imprese attive principalmente nel campo edile e delle costruzioni (Impresa individuale Salvatore Cataldo, società Nuova Costruzioni di Sparacio Rosalia & C. s.a.s., D.C.C. s.r.l., Givi Costruzioni s.r.l., 4Morsi Snack & Bar), nonché svariati rapporti finanziari.
Tra gli immobili confiscati vi è anche un ampio appezzamento di terreno, già lottizzato, sito nel comune di Carini sul quale, secondo la convenzione stipulata con l’Ufficio Tecnico del predetto comune, in adesione al progetto redatto ed approvato, avrebbe dovuto sorgere un complesso immobiliare composto da 12 ville bifamiliari e due ville quadrifamiliari. All’individuazione di quest’ultimo bene si è giunti, in particolare, a seguito di una attività di indagini che hanno disvelato l’esistenza di un grosso affare immobiliare concluso tra Salvatore Cataldo e gli eredi di Pietro Vitale, di Cinisi, emigrato in America e divenuto boss della Detroit partnership a partire dagli anni 70 fino alla sua morte, avvenuta nel 1997 per cause naturali.
Di Redazione – EmmeReports