di Benvenuto Caminiti – EmmeReports
Minuto 41’ della ripresa, il Palermo è sempre sotto di un gol, quello di D’Urso, siglato al minuto 41’ del primo tempo.
In giornate di pandemia come questa, che va e viene e talvolta perfino si traveste e muta, e impedisce alle famiglie di festeggiare come si deve il Santo Natale, ivi comprese naturalmente le tombole con ricchi premi e cotillons, la cabala ci viene in soccorso: non ho mai fatto tombola in vita mia, ma stavolta, se lo potessi, mi giocherei il numero 41 e vincerei di sicuro.
Fuor di metafora, io dico che tra Bari e Palermo la differenza si è vista, perché “i galletti” sono squadra vera, solida, pragmatica, il Palermo, invece, continua nella sua altalena di una partita buona ogni tre.
Quella di oggi, contro il fortissimo Bari di mister Auteri, è stata la volta della partita buona, soprattutto nella prima mezzora quando il Palermo ha costretto l’avversario a tenersi ben chiuso dentro la sua metà campo senza strane e pericolose avventure dalle parti di Pelagotti.
Subito al 4’, su lancio smarcante di capitan Crivello, Rauti si è liberato d’impeto del suo avversario diretto e, convergendo verso il centro, dal limite dell’area di rigore ha scoccato una saetta che ha bruciato le mani protese del bravo Frattali: poteva già essere 1-0 per il Palermo, e poi proseguire di slancio verso una partita ben degna di celebrare la maglia storica, oggi indossata dai rosanero, in memoria dei centoventi anni dalla fondazione.
Palleggio gradevole ma un po’ troppo calligrafico, e siccome il bello del calcio non è il possesso palla ma il gol, se fai la partita ma non tiri in porta è come sgranocchiare pop corn e non avere mai la sensazione di esserne sazi.
Così, il Bari, che ha tremato per quel destro di Rauti, mirabilmente drizza ancor di più le antenne e comincia a scappare di contropiede: niente di pericoloso, tranne che al 41’, quando una palla sguscia dai piedi di Somma e carambola su quelli di Antenucci (uno sempre in agguato); sul rimbalzo, ad un metro dalla porta, salta come un grillo D’Urso e la deposita in rete.
Vantaggio del Bari, casuale e immeritato, ma questo è il calcio: vince chi segna, anche se di rimbalzo, sfruttando il famoso attimo fuggente.
Andar sotto contro una corazzata come il Bari e dover recuperare è roba da far tremare i polsi ma stavolta in panchina c’è un Boscaglia che sembra un leone in gabbia: ruggisce e strepita con i suoi giocatori, e con l’arbitro che lo ammonisce. Insomma, sembra un altro mercoledì tipo Turris, che noi giochiamo e gli altri vincono.
E nella ripresa, infatti, si vede la vera caratura del Bari che si impossessa del centrocampo, cabina di regia compresa, e lancia i suoi frombolieri per fare il gol del raddoppio e portarsi i tre punti a casa.
Boscaglia dal 17’ al 26’ rimescola le carte, escono Palazzi e Kanoutè per Silipo e Floriano, prima, poi escono Lancini e Rauti per Valente e Lucca.
I cambi portano nuova linfa alla voglia matta del Palermo di riprendersi il suo, ma si trova davanti ad un Bari che sta sfoderando il meglio delle sue qualità. Sembra difficile, quasi impossibile anche per ché il Bari sciupa un paio di contropiedi velenosi.
Ma siccome il calcio è il gioco dei sognatori e io sto sognando il pareggio da cinquanta minuti circa, ecco che arriva il fatidico minuto 41: punizione dai venti metri circa per fallo su Luperini (oggi in chiaro progresso atletico), vedo Lucca sistemarsi la palla, arretrare quanto basta e scagliare un autentico siluro che s’infila quasi all’incrocio dei pali di un esterrefatto (e immobile) Frattali: 1-1 e palla al centro.
Pareggio meritato?
Direi proprio di sì, anche perché ottenuto in rimonta contro un fortissimo avversario. Pareggio che non giova molto alla classifica (decimi eravamo e decimi siamo rimasti), ma rincuora quanto basta per riprendere con una franca vittoria in quel di Cava de’ Tirreni, alla ripresa del campionato dopo la sosta natalizia, il 9 gennaio.
E, soprattutto, pareggio che onora come merita la maglia storica del Palermo, disegnata con mirabili estro e fantasia da Giovanni Tarantino, brillante coordinatore del Museo Storico Rosanero.
D’altronde, non si poteva uscire battuti dal “Barbera” se non si voleva gelare le aspettative degli ultras della Curva Nord 12 che hanno salutato col cuore i propri beniamini con un bellissimo striscione: ONORATE L’ULTIMA BATTAGLIA DI QUELLA CHE FU LA PRIMA MAGLIA.
Il tabellino:
PALERMO (4-3-3): Pelagotti, Accardi, Marconi (26′ Lancini, 72′ Valente), Somma, Crivello, Odjer, Luperini, Palazzi (63′ Floriano), Kanoute (63′ Silipo), Saraniti, Rauti (72′ Lucca).
A disposizione: Fallani, Doda, Martin, Santana, Peretti, Broh, Marong. Allenatore: Boscaglia
BARI (3-4-3): Frattali, Celiento (54’Semenzato), Sabbione, Di Cesare, Ciofani, Maita, De Risio (90’+2 Bianco), D’Orazio, Marras (90’+2 Candellone), Antenucci (90’+2 Simeri), D’Ursi (75′ Lollo).
A disposizione: Liso, Marfella, Perrotta, Hamlili, Corsinelli, Andreoni. Allenatore: Auteri
Arbitro: Feliciani di Teramo
(foto di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports)