Milano, sette dicembre, la città festeggia il Patrono, Sant’Ambrogio. Quest’anno la solennità è ricordata con una nuova opera d’arte, dipinta dal pittore palermitano Igor Scalisi Palminteri.
La grande raffigurazione adorna il prospetto di un palazzo, affacciato su Corso XXII marzo ed è un omaggio alla città, al lavoro, alla natura. Il progetto – ideato e curato da Stefania Morici – nasce con il sostegno del Comune di Milano – Assessorato alla Cultura – ed è patrocinato dal Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano. L’iniziativa prodotta da Arteventi è stata realizzata grazie al sostegno di Tearose, un’azienda milanese di design attiva ormai da oltre 25 anni.
È stata proprio la volontà di promuovere la bellezza e l’unicità della nostra tradizione artistica a coniugare arte contemporanea, identità di un territorio, fede e valori morali con cui guardare assieme al futuro. Sant’Ambrogio, uomo di lettere e di diritto prima ancora d’essere vescovo in un Impero romano ormai al declino, ha da sempre rappresentato saggezza ed equilibrio, capacità di amare ma anche la ferrea volontà di non abbandonarsi al caotico succedersi degli eventi.
Nel grande murale campeggia parte di una sua massima, “Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi”. Scritta oltre mille anni fa è un’esortazione diretta e adatta nei mesi della pandemia per trovare coraggio e affrontare questa nuova realtà.
Sant’Ambrogio, raffigurato per tradizione con un alveare per lo stile carezzevole e misurato della sua prosa «dolce come il miele» è il Santo protettore delle api e questi insetti instancabili hanno avuto un ruolo determinante nel concepire l’opera. Lo spiega Igor Scalisi Palminteri che ha scelto il volto di un apicoltore per dare concretezza al Santo patrono; le api sono un attributo del Santo ma anche il simbolo di una società coesa e laboriosa. In Lombardia c’è un uomo che le cura, le ama, le tratta quotidianamente, si chiama Michele Bonfoco e la sua azienda, Apiamo, è nel Parco del Ticino Pavese. Il suo viso è diventato per l’artista emblema dell’intera Comunità.
Così Igor descrive la sua nuova opera: “Questo murale esula da ciò che io faccio di solito; sono un uomo di periferia ma oggi lavoro nel centro della metropoli, sulla parete di un palazzo elegante. Mi sono chiesto cosa rappresenti oggi una periferia: può anche essere un luogo centrale ma in cui si vive ai margini dell’amore, dell’attenzione dovuta agli altri. Da qui il bisogno di questa grande edicola votiva, gonfia di una religiosità naturale che fa alzare gli occhi quando sei in difficoltà. Sant’Ambrogio e le api diventano così ragione per raccontare uno spazio sacro. Nell’alveare ogni ape sa quale sia il proprio posto, come nella vita di ognuno di noi c’è un compito da svolgere: quello dell’accoglienza e dell’amore nei confronti degli altri”.
Fede, tradizione ma anche valori imprescindibili della nostra identità culturale: accoglienza, solidarietà, operare laborioso e collaborativo. Igor Scalisi Palminteri, come fa spesso nella propria arte, lega antiche iconografie a bisogni e ideali contemporanei riuscendo sempre a mantenere una forte spiritualità nella rappresentazione. In questo caso, a Milano, porta con sé una profonda consapevolezza artistica della propria terra e pone il viso aperto e buono di Bonfoco, un viso segnato dal lavoro fra arnie e sole, venti di primavera e campagne fiorite, nella figura del Santo. Lo pone in alto, con lo sguardo diretto verso l’osservatore, verso un largo spazio aperto che improvvisamente diventa Ecclesia. Architettura fatta di uomini che raccolti in una virtuale navata guardano al volto di Sant’Ambrogio e cercano in sé stessi la risposta, attraverso questo muto dialogo di sguardi.
È lo stesso schema che i Normanni in Sicilia concepirono nelle absidi delle cattedrali di Monreale e Cefalù, qui magistralmente fotografati dall’architetto Francesco Ferla; è un percorso ininterrotto che guarda al futuro attraverso la fede di una Comunità. Sant’Ambrogio ideò il canto ambrosiano, che tutt’oggi prorompe nelle funzioni sacre milanesi. È la scelta di far cantare l’inno tutti i presenti, senza limitarlo come da tradizione ai coristi: allo stesso modo quest’opera di Igor Scalisi Palminteri lega la comunità tutta in un sacro inno metropolitano.
Igor Scalisi Palminteri – Sant’Ambrogio, protettore delle api e dei laboriosi milanesi – Corso XXII Marzo – Milano
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports