di Benvenuto Caminiti – EmmeReports
Partita rocambolesca, dovevamo stravincerla e invece abbiamo rischiato seriamente di perderla: è la follia del calcio, il suo fascino, tutt’altro che segreto, capace di portarti su fino alle stelle e, subito dopo, farti precipitare all’inferno.
E’ quel ch’è successo questo pomeriggio al “Barbera”: dopo un primo tempo da sbadigli, nella ripresa è successo di tutto: all’11’ passa in vantaggio il Palermo con Lucca, su cross ad effetto di Almici dalla fascia destra; piatto destro e paratona d’istinto del giovane, gattesco Daga, che ribatte come può. Si avventa di nuovo Lucca che mette in rete, e un lungo sospiro di sollievo rianima le mie stanche membra.
FINALMENTE… A furia di picchiare abbiamo sfondato la porta. Ecco quel che mi passa dalla testa al gol di Lucca, che era appena entrato al posto di Rauti, fermato da uno dei tanti calcioni oggi dispensati dalla difesa ospite, con il beneplacito di un arbitro più che mediocre, confuso.
Insomma, sembrava fatta, mancava solo il gol del raddoppio, quello della sicurezza, tale era il predominio territoriale del Palermo su un avversario spigoloso solo perché picchiava duro e, col suo 4-1-4-1, sembrava proteso soltanto ad un pareggio a reti inviolate.
Subito il gol, invece, la Viterbese comincia ad esplorare la metà campo rosanero, mai praticata, neanche per sbaglio, fino ad allora. E lo fa alzando il baricentro e accelerando i ritmi fin lì tenuti al guinzaglio per non svegliare il can che dorme… E dieci minuti dopo, pareggia: è un gol strano, quasi trovato per caso, su un pallone crossato al centro più per liberarsene che per minacciare la difesa rosanero, che invece viene deviato casualmente da Accardi e finisce tra le grinfie di Simonelli: tocco d’esterno, ne vien fuori una palombella sotto la traversa che lascia di stucco Pelagotti.
E io penso: quanta fatica sprecata per un attimo di leggerezza di tutta la difesa!
E penso ancora: come si può pareggiare così una partita avendo di fronte un avversario palesemente inferiore? Cerco conforto in giro ma non ne trovo perché gli spalti sono vuoti e il silenzio diventa spettrale.
Non reggo all’idea di vedere sprecata l’ennesima occasione di avvicinarci alle zone calde della classifica, e impreco e mi chiedo perché, alla mia età, io debba ancora soffrire così per il mio Palermo… E non so che il bello sia ancora da venire.
Infatti, tre minuti dopo, mentre siamo sbilanciati alla ricerca del gol del 2-1, a segnare è ancora la Viterbese che parte in contropiede con quel folletto di Toukara che, solo soletto, entra in area e batte Pelagotti: 1-2 e sangue che mi si gela nelle vene.
Com’è possibile, mi dico, perdere una partita così? E’ vero che il calcio è folle ma stavolta sta esagerando, e io non ci sto. E per fortuna – si vede subito – non ci sta neanche il Palermo, che finalmente tira fuori la cattiveria giusta e pressa in ogni angolo l’avversario e non lo fa respirare. Un paio di interventi spericolati del portiere ospite, altrettanti salvataggi sulla linea lasciano intendere che il pareggio è vicino… E, infatti, alla mezzora, arriva ed è il gol più bello della partita: Floriano (subentrato al 10’ a Silipo) svelle dai piedi di un avversario un pallone sulla tre quarti e crossa al centro: si avventa di testa Saraniti che la mette imparabilmente all’incrocio dei pali. 2-2 e stavolta sono così sollevato che quasi quasi mi accontento del pari e spero che la difesa rosanero non si cacci in un altro pasticcio, anche perché Almici picchiato duramente, è costretto ad uscire.
Se anche il migliore in campo non c’è più, allora il pareggio mi sta bene, perché è il male minore… Ma ho fatto i conti senza l’oste, perché da una punizione da così lontano che nessuno può pensar male nasce il gol dell’ennesimo vantaggio della Viterbese (perentorio colpo di testa del terzino Mbendè)… E mancano meno di dieci minuti alla fine.
E’ finita? La giornata, già bigia di suo, diventa lugubre e anch’io comincio a disperare. Invece il Palermo trova una volta ancora la forza di reagire e attacca a pieno regime, con una rabbia che avremmo voluto vedere molto prima. E pareggia ancora con Lucca, di testa, su cross di Crivello.
E’ il 45’ e stavolta è davvero finita.
Male?… Bene?… E chi può dirlo? Certo, alla vigilia nessuno avrebbe mai osato pensare che ce la saremo vista così’ brutta contro un avversario modesto come la Viterbese, ma si sa, a decidere è sempre e solo il campo.
foto di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports