Violence against women and girls non si esaurisce nel femminicidio, ma è molto più ampia: la violenza fisica, sessuale e psicologica, le disparità di trattamento, gli handicap di formazione e la posizione di inferiorità che comunque si continua ad accettare anche nelle società più evolute. Il Comune di Messina, nella propria sede municipale a Palazzo Zanca, accoglie la voce dell’arte contro ogni violenza perpetrata sulle donne, con una esposizione curata da Massimo Scaringella; lo fa con sguardo lungimirante attraverso le opere di due personalità internazionali Silvana Chiozza e Valerie Oka, argentina la prima e ivoriana la seconda.
La scelta fatta dal Direttore artistico, Massimo Scaringella, è spiazzante. Non solo ci presenta una testimonianza della lotta alla violenza contro le donne realizzata fuori dalla nostra millantata superiorità culturale, facendo capire all’osservatore che la lotta per l’affermazione dei diritti fondamentali non è prerogativa dell’Occidente, ma offre anche un esempio che l’arte va oltre gli angusti confini della nostra estetica. Valerie Oka fa arte ed è un’artista, ma i suoi mezzi espressivi non vanno alla ricerca del bello o della conversazione salottiera. Sono opere che affermano la necessità di affrontare temi, di guardare la realtà con occhi diversi, puliti dal velo di ipocrisia con cui troppo spesso giudichiamo il mondo.
Per dare ai lettori di EmmeReports Arte una visione più completa dell’arte di Valerie Oka abbiamo scelto anche alcuni suoi lavori della serie Heritage che sono state presentate alla Biennale di Venezia del 2019. La volontà, da parte dell’artista, di evidenziare quegli aspetti negativi e sessisti della propria cultura, intervenendo sulle immagini femminili tradizionali ci mostra un coraggio di autocritica e una volontà di rinnovamento difficili da trovare nei nostri musei.
Lasciamo al Direttore artistico il commento di queste immagini “Nella serie di opere dal titolo”Heritage” (patrimonio) su immagini di sculture lignee che rappresentano la donna della tradizione culturale ivoriana, Valerie Oka attua una pratica di appropriazione e attualizzazione, procedendo per successivi passaggi di stilizzazione iconica. La grafia si sovrappone all’immagine, fagocitandola in un’alternanza di linee, segni più marcati, addirittura macchie di inchiostro in un progressivo processo di riduzione, fino a sostituirsi a essa, trasformandola in una visione mentale e rendendo visibile l’invisibile: i labili fantasmi che permangono nella memoria. Il segno sottolinea e rivela l’immagine, ma così facendo la cancella e al contempo la sussume in una nuova sostanza. Per Valerie Oka la capacità di vedere e comprendere l’Africa e la sua storia è un colore, distorto dai filtri delle nostre convinzioni fortificanti o limitanti. Grazie al suo sguardo unico capiamo ciò che sta accadendo all’Africa in un contesto globale, dal punto di vista degli africani, degli occidentali e del mondo in generale, dopo più di 150 anni di errate comunicazioni sui neri. Il miracolo dell’arte impone all’artista un lavoro permanente di osservazione che ci concede la grazia di aggiustare il nostro stesso sguardo”.
Silvana Chiozza I confini del corpo
Valerie Oka CHUUUUTTT
dal 25 novembre 2020 al 25 marzo 2021
Palazzo Zanca – Via San Camillo 110 – Messina
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports