È il primo settembre 2020 quando una motovedetta della Guardia Costiera Libica sequestra due pescherecci siciliani a 30/40 miglia da Bengasi. Si tratta di 18 pescatori mazaresi che da più di 80 giorni non vedono la loro famiglia e i loro parenti.
Rinchiusi in cella e lontani dalla propria terra, secondo il Generale di Bengasi Haftar, sono accusati di aver oltrepassato le acque territoriali, di aver pescato in acque libiche e di traffico di droga.
Questo pomeriggio una cinquantina di palermitani si sono riuniti in piazza Verdi, davanti il Teatro Massimo, per lanciare un appello, insieme a quello dei familiari dei pescatori, alle istituzioni regionali e nazionali, affinché utilizzino tutti gli strumenti necessari a far rientrare i siciliani sequestrati.
“La concorrenza politica in Libia, la ritorsione tra gli Stati e gli interessi economici sono le cause che hanno provocato il sequestro dei pescatori. A pagarne le conseguenze sono loro stessi e i familiari che da mesi aspettano di riabbracciare i propri cari” ha affermato Giovanni Siragusa di Antudo, una delle sigle che ha organizzato la manifestazione di oggi insieme a Siciliani Liberi e Attiva Sicilia.
“Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha affermato di lavorare per la salute e la vita dei pescatori siciliani. Peccato che sono passati più di 80 giorni e del loro rientro non se ne parla” ha continuato Siragusa.
“Abbiamo deciso di scendere in piazza per attirare una volta e per tutte l’attenzione sulla vicenda. Ci rivolgiamo soprattutto al Presidente Musumeci, per chiedergli cosa ha fatto per far ritornare i pescatori indietro? Nulla di concreto, solo appelli che lasciano il tempo che trovano” ha concluso l’attivista di Antudo.
E proprio questa mattina il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha rivolto un pensiero agli equipaggi che da 80 giorni si trovano nelle prigioni libiche.
“Si celebra oggi la Giornata mondiale della pesca, un settore vitale per la nostra economia, che dà sostentamento a migliaia di famiglie in Sicilia. Nell’assicurare tutta la possibile attenzione del governo regionale agli operatori, non posso fare a meno di rivolgere il mio pensiero ai 18 marinai dei pescherecci Atlantide e Medinea, della marineria di Mazara del Vallo sequestrati dalla guardia costiera libica il primo settembre scorso. Da 82 giorni ormai sono trattenuti a Bengasi senza la possibilità di comunicare con le famiglie in angosciosa attesa di poterli riabbracciare. Rinnovo, per l’ennesima volta, un forte appello al Governo nazionale, affinché attraverso i canali diplomatici agisca con la dovuta determinazione per consentire ai pescatori, ancora prigionieri, di tornare presto a casa, tra i loro affetti”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports