A Palermo, in Piazza Parlamento sotto la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, è andata in scena la rappresentazione del funerale del “lavoro”.
La veglia funebre, scandita dalle parole di Pablo Neruda e dalla sua “Lentamente Muore”, ha visto una bara sfilare tra centinaia di lapidi a rappresentare le attività attualmente in crisi o chiuse negli ultimi anni.
La critica degli organizzatori è andata alle istituzioni che, negli ultimi anni, non hanno saputo evitare quello che è diventato un vero e proprio disastro economico, adesso che siamo in piena crisi pandemica.
Nel pieno rispetto del distanziamento anti-Covid19, ristoratori, dipendenti e lavoratori hanno atteso in silenzio e seduti accanto alla propria lapide di essere chiamati per poter dare voce alla propria realtà.
Le richieste, oltre alla rivisitazione dell’ultimo DPCM firmato dal Premier Conte, vanno dal sostegno economico per il futuro di tutte le categorie non garantite sino alla riapertura di quelle che, a torto, vengono considerate attività non essenziali.
Dal microfono è partito anche l’invito ai media a riportare correttamente le informazioni riguardanti le ultime proteste e un ringraziamento alle forze dell’ordine, schierate in massa, che hanno garantito il pacifico svolgimento del presidio.
Il funerale del “lavoro” sotto Palazzo dei Normanni è stato il terzo presidio a Palermo, dopo le due manifestazioni che di mattina hanno visto coinvolte le associazioni sportive e il popolo delle Partite IVA.
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports