Scioperano i rider e la protesta arriva a Palermo contro l’accordo sottoscritto tra Assodelivery e il solo sindacato Ugl.
L’accordo, considerato dai lavoratori come “capestro”, stabilisce un salario minimo di 10 euro all’ora, ma solo se si considera il tempo effettivamente impiegato per effettuare le consegne, quindi non vengono considerati – e non pagati – i tempi morti.
”Questi lavoratori come nella prima fase della pandemia, continuano a svolgere un servizio essenziale che permette a un settore economico come quello della ristorazione, che dopo le 18 funziona solo con l’asporto, di stare aperto” afferma il segretario Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso che chiede l’intervento del Governo Conte a tutela dei lavoratori.
“Ci risulta che anche a Palermo alcune piattaforme stanno già sperimentando i nuovi contratti e che le paghe siano diminuite considerevolmente” ha continuato Gattuso confermando che le piattaforme stanno invitando i Rider alla disdetta del vecchio contratto con l’obbligo di firmare il nuovo per continuare a lavorare dal 2 novembre in poi, pena la disconnessione.
Nel volantino distribuito “Io sono un Rider” i lavoratori contestano la disorganizzazione dei locali che costringono ad aspettare al punto di ritiro, prima di poter quindi effettuare la consegna, anche 20 o 30 minuti che, in base all’accordo sottoscritto, non verranno retribuiti se non a partire dal settimo.
Durante la giornata è stato richiesto ai clienti, in segno di solidarietà, di sostenere i rider non ordinando cibo a domicilio.
Alta l’adesione allo sciopero da parte dei rider palermitani che hanno poi spostato la protesta, davanti al Teatro Massimo alternandosi negli interventi al megafono.
di Antonio Melita – EmmeReports