Nel quartiere Zisa di Palermo continua l’emergenza rifiuti il tutto mentre sulla propria pagina Facebook il sindaco Leoluca Orlando tenta di contrastare il fenomeno “denunciando” quella minoranza di incivili palermitani che abbandona per le strade ogni sorta di rifiuto ingombrante.
E quindi per una discarica “a cielo aperto” ripulita dopo molte settimane (quella in via Nina Siciliana ad angolo con via Perpignano) se ne contano molte altre che se non prontamente eliminate finiscono per “invogliare” comportamenti incivili e criminali.
Non ci sono giustificazioni ma è risaputo, come postulato dallo psicologo statunitense Phlip Zimbardo nella sua “teoria delle finestre rotte“, che se in un palazzo viene rotto un vetro e non viene immediatamente riparato, in breve seguiranno altri atti vandalici e tutte le altre finestre finiranno per essere infrante.
Quindi se uno spazio non viene immediatamente ripulito è abbastanza probabile che diventerà una discarica “a cielo aperto” come documentato nelle scorse settimane.
Il tutto mentre incombe il serio pericolo di una nuova emergenza rifiuti su l’intera città a causa del blocco della raccolta.
Dopo il parere positivo dell’Arpa sullo stoccaggio della spazzatura alla sommità della sesta vasca oramai satura, una serie di prescrizioni di igiene urbana, definite “impraticabili” dalla RAP, ha messo in stallo la questione.
Una di queste prescrizioni è l’utilizzo di grandi – e costosi – teli in Goretex a copertura dei rifiuti della sesta vasca per evitare che l’acqua piovana, infiltrandosi, possa favorire la formazione di ulteriore percolato.
Una prescrizione che oltre ad essere, come detto, costosa non è di immediata applicazione per i tempi di consegna dei teli indicati. Previsto oggi un vertice tra RAP e Comune di Palermo per verificare ulteriori soluzioni che possano scongiurare il blocco della raccolta.
Una di queste è il traporto dei rifiuti verso altre Regioni, come affermato dall’assessore comunale Sergio Marino: “Sul trasporto fuori dalla Sicilia abbiamo dato un assenso di massima alla Regione, visto che è così complicato trovare siti di stoccaggio nell’Isola. Non abbiamo potuto rifiutare perché altrimenti si sommerebbe emergenza a un’emergenza che peraltro non abbiamo creato noi”.
di Antonio Melita – EmmeReports