Quella del Tribunale di Perugia, è stata una sentenza che ha fatto molto discutere. Come è noto i giudici hanno condannato il Dott. Renato Cortese (allora capo della squadra mobile di Roma) e il Dott. Maurizio Improta (all’epoca responsabile dell’ufficio immigrazione a Roma) a 5 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per una vicenda che risale al 2013, quando Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, fu espulsa dall’Italia insieme alla figlia per poi rientrare alla fine dello stesso anno dopo mesi di polemiche.
A seguito della sentenza di primo grado, il capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli ha deciso di destinare i due dirigenti ad altro incarico.
Una decisione che non è passata inosservata e che ha irritato molti cittadini palermitani che oggi pomeriggio si sono radunati in piazza per solidarizzare con il proprio questore.
“Il senso di questo raduno è un ringraziamento particolare al ex questore di Palermo Renato Cortese, per il lavoro svolto in questi anni in una Palermo dove spesso è molto difficile poter mettere in pratica la propria professionalità, ma ciò nonostante lui c’è riuscito benissimo. È chiaramente anche un benvenuto per il nuovo questore Leopoldo Lauricchia” ha dichiarato Antonio Nicolao, consigliere della prima circoscrizione di Palermo, ma, come ci tiene a sottolineare, presente al raduno come un normale cittadino e che ha precisato che “Non siamo qua per discutere nessuna sentenza, che rispettiamo, ma per ringraziare il Dottore Cortese per ciò che ha fatto per Palermo e accogliere il nuovo questore”.
Tra gli organizzatori del raduno di piazza Verdi, Marcella Chirchio, sempre in prima linea quando si tratta di portare solidarietà o supportare le Forze dell’Ordine.
“Siamo qua da normali cittadini e non vogliamo entrare nel merito del lavoro svolto dalla magistratura, perché non è di nostra competenza” ha affermato la Chirchio. “Vogliamo solo ringraziare il nostro questore, il Dott. Renato Cortese, per lo splendido lavoro che ha svolto a Palermo”.
Presenti in piazza Verdi diversi familiari di poliziotti uccisi dalla mafia.
“È ingiusto che abbia pagato soltanto il Dott. Cortese, ovvero il pesce più piccolo” ha affermato Vincenzo Agostino, che ci fa vedere con orgoglio e commozione, una foto in cui lui e sua moglie, siedono accanto al questore di Palermo.
“Si tratta di una storia da chiarire, di capire chi abbia sbagliato, perché l’allora capo della Squadra Mobile avrà sicuramente preso ordini da qualcun altro” ha detto Antonio Vullo, unico superstite della strage di Via D’Amelio, che aggiunge “Il Dott. Cortese è un poliziotto eccezionale che, in molte occasioni, ha dimostrato di avere la freddezza necessaria per prendere importanti decisioni, che lo hanno condotto verso il traguardo delle catture dei grossi latitanti. Ha sempre lavorato con impegno e dedizione. Forse adesso ne paga le conseguenze.. ma lasciamo perdere!”
Presenti al raduno molti rappresentanti dell’A.N.P.S. Palermo (Associazione Nazionale Polizia di Stato).
“Il questore ha dimostrato durante il suo percorso in Polizia il suo valore di uomo e di poliziotto, una persona che ha sempre creduto nella legalità” ha detto Rosalinda Sapienza, volontaria dell’A.N.P.S. “Questa sentenza e il suo trasferimento sono stati per noi un colpo durissimo. Siamo qui per fargli sentire la nostra presenza. Io non sono una poliziotta, ma ho mio fratello in Polizia e il mio compagno, che come il Dott. Cortese, sono dei servitori dello Stato che eseguono ordini”
Molti rappresentanti dell’A.N.P.S. sono poliziotti con una lunga esperienza sulle spalle. “All’epoca dei fatti, il Dott. Cortese era a capo della squadra mobile di Roma e ha eseguito un ordine che, da prassi, ha seguito la catena di comando, quindi, presumibilmente, è partito dal Ministero dell’Interno, magari su suggerimento dello stesso Kazakistan” ha spiegato Raffaele Palma, presidente dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato Sezione di Palermo e Ispettore Superiore PS in congedo.
“Noi come cittadini palermitani, la Regione e la Nazione intera, dobbiamo tanto a questo poliziotto che ha catturato più di un latitante. Pur rispettando l’operato della magistratura, sono un po’ in disaccordo con la sentenza che ha causato il trasferimento del Dott. Cortese. È un mio pensiero. Siamo in un paese libero, dove possiamo dire quello che vogliamo. Confermo la grande stima che ho per il questore e da cittadina palermitana mi sento di ringraziarlo” ha dichiarato Giovanna Analdi, presidente dell’Associazione Cassaro Alto.
La manifestazione di solidarietà si è poi spostata davanti la Questura di Palermo, dove un commosso Renato Cortese si è affacciato, anche se per pochi secondi, dal balcone del suo ufficio, per salutare e ringraziare le persone che lo applaudivano, prima di lasciare per sempre la sua Palermo, silenziosamente e senza clamore, come un normale servitore dello Stato.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports