Condannati i sette imputati nel processo sull’estradizione dall’Italia di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov estradata nel 2013.
La donna era stata prelevata da casa sua dalla Polizia ed espulsa insieme alla figlia piccola per poi rientrare alla fine dello stesso anno quando fu accertato che il provvedimento era illegittimo.
I giudici del Tribunale di Perugia hanno riconosciuto la responsabilità penale nei confronti di dirigenti e funzionari di polizia che si occuparono del caso tra cui l’allora capo della Squadra mobile di Roma Renato Cortese, ora Questore di Palermo e Maurizio Improta, all’epoca responsabile dell’ufficio immigrazione e ora a capo della Polfer.
Per i due dirigenti della Polizia di Stato, in primo grado di giudizio, sono stati inflitti 5 anni di reclusione e l’interdizione perpetua dei pubblici uffici.
Condanna a cinque anni anche per l’allora commissario capo Francesco Stampacchia e per Luca Armeni, all’epoca dirigente della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Roma.
I funzionari Vincenzo Tramma e Stefano Leoni, sono stati condannati rispettivamente a quattro anni e a tre anni e sei mesi di reclusione.
Condannata per falso ideologico a due anni e sei mesi anche all’allora giudice di pace Stefania Lavore.
di Redazione – EmmeReports