Dietro l’organizzazione delle feste di piazza c’erano i boss che decidevano i cantanti che dovevano esibirsi e “collocavano” i commercianti ambulanti lungo le strade del quartiere.
E’ quanto emerge dalle investigazioni che hanno portato, attraverso l’operazione dei Carabinieri “Resilienza”, all’arresto di alcuni membri della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.
I mafiosi rivendicavano la loro “funzione sociale” attraverso l’imposizione delle proprie decisioni per la risoluzione delle più diverse problematiche: dai litigi familiari per motivi sentimentali alle occupazioni abusive di case popolari o agli sfratti per mancati pagamenti di affitti al proprietario di casa.
Funzione sociale che si estendeva anche all’organizzazione delle celebrazioni in onore di Madre Sant’Anna, patrona del quartiere, previste dal 21 al 28 luglio del 2019.
Le serate canore, animate da alcuni cantanti neomelodici, venivano quindi organizzate da un comitato che, controllato da Cosa Nostra, raccoglieva le somme di denaro tra i commercianti del quartiere attraverso le cosiddette “riffe” settimanali.
Il denaro veniva poi utilizzato per l’organizzazione della festa e l’ingaggio dei cantanti, ma anche per il sostentamento delle famiglie dei carcerati e per la gestione di ulteriori traffici illeciti.
In una occasione i commercianti del quartiere erano stati invitati, da alcuni complici di Jari Massimiliano Ingarao, a sponsorizzare l’esibizione canora di una cantante neomelodica avvenuta il 6 dicembre 2019.
In un’altra occasione, la prevista esibizione di un cantante neomelodico catanese, era saltata solamente per le “infelici” esternazioni televisive dello stesso sui giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
L’evento previsto non si era realizzato a causa delle polemiche mediatiche e dell’intervento delle Autorità competenti.
di Redazione – EmmeReports