Fiaccolata per ricordare Abou, il ragazzino morto a 15, dopo essere stato salvato nel Mediterraneo e trasbordato sulla nave quarantena GNV Allegra, in rada davanti a Palermo.
Dopo 12 giorni sopra la nave è stato disposto il trasferimento, in gravi condizioni, in ospedale dove entra in coma, viene trasferito dal Cervello all’Ingrassia e muore nella giornata di ieri.
“Non è accettabile che possa essere ignorata la condizione di precarietà fisica di un ragazzo, curato solamente in ottica anti-contagio del covid19. E’ un essere umano che meritava di essere rispettato anche se non possibile veicolo di contagio del coronavirus. Attendiamo l’esito dell’inchiesta aperta dalla Procura e dall’autopsia; anche se la prima sensazione è quella che continua il genocidio nel Mediterraneo anche all’interno delle navi quarantena che sembravano essere la soluzione per rispettare principi umani inalienabili” ha affermato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
Il sindaco ha annunciato, inoltre, che la Città di Palermo, se si dovesse accertare che Abou non ha ricevuto le giuste cure sulla nave quarantena, si costituirà parte civile nei confronti dei responsabili.
Tantissime fiaccole a ricordare la tragica fine di Abou, ma anche quella che accomuna tutte le persone che attraversano il Mediterraneo in cerca di fortuna nella “Fortezza Europa”.
“E’ semplicemente intollerabile tutta la gestione del fenomeno migratorio ed è intollerabile che questo Paese consideri delle minacce ragazze e ragazzi come Abou. Un ragazzino di 15 anni che ha attraversato a piedi vari Paesi, rischiando di morire nel deserto o in mare: ed alla fine Abou è morto in una nave quarantena, dove un solo medico non può garantire l’assistenza sanitaria a 600 persone” ad affermarlo è Giorgi Listì, del Forum Antirazzista di Palermo.
“Le navi quarantena sono diventate l’ennesimo ricatto della Destra conservatrice e xenofoba a cui la Sinistra e le forze di Governo cedono. Se la salute e la mobilità sono diritti inalienabili, questi devono esserlo sempre: anche se si è poveri, neri, nati in Mali o in Costa d’Avorio, altrimenti non sono più diritti ma privilegi” ha concluso Giorgia Listì.
“Vorremmo sapere di più di Abou, perché c’è una famiglia da qualche parte che ancora non sa di aver perso il proprio ragazzino di 15 anni. Un ragazzino che è partito sicuramente qualche anno prima dalla Costa d’Avorio e sul cui corpo sono stati riscontrati segni di bruciature dovute alle violenze subite” afferma Alessandra Sciurba.
“E’ assurdo che Abou sia sopravvissuto alle torture in Libia e ad un soccorso nel Mediterraneo, e poi sia morto, dopo essere stato per più di 15 giorni su un presidio sanitario come è la nave quarantena. Tutto questo non può essere sopportato, adesso attendiamo l’inchiesta della Procura e speriamo che venga fatta luce su questa vicenda. Chiediamo soprattutto che venga fatta luce su quello che succede sulle navi quarantena, dove non è accettabile avere persone rese invisibili, senza diritti e contatti” conclude l’attivista antirazzista Alessandra Sciurba.
di Antonio Melita – EmmeReports
(foto Antonio Melita e Francesco Militello Mirto)
Abou e’ arrivato con il virus se fosse rimasto a casa sua forse sarebbe ancora vivo mi sembra che sia ora di finirla con tutta questa messa in scena da parte dei buonisti sappiamo bene chi sono sfruttatori e schiavisti che adesso usano la morte di un ragazzo per farsi propaganda che vada all’ inferno quell’ ipocrita di Leoluca Orlando, e l’antirazzista Alessandra Sciurba che stanno li ad accendere candele e bavosate del genere. Perche non vede come ha fatto ridurre la sua citta di Palermo Leoluca Orlando invece di spargere lagrime di coccodrolli. E cosi buon accoglitore e integralista che il centro storico di Palermo e’ in mano della mafia Nigeriana. Palermo, il cuore della Mafia in mano a Nigeriani ma che scherziamo. E poi il sudiciume che c’e’ per le strade ma cosa fanno i palermitani sono tutti rimbecilliti. Dove sono tutti questi mafiosi siciliani uomini duri e forti che si fanno soppiantare da clandestini africani. e Leoloca come un imbecille con la candela in mano. Non intendo mancare di rispetto al povero ragazzo che ha perso la vita ma da rabbia a vedere tanti ipocriti li radunati con candele e finte lacrime che sfruttano la sua morte per pura propaganda