Ancora una settimana ad Agrigento per ammirare le opere della mostra collettiva “Luigi Pirandello – I Colori del caos”; ogni giorno le creazioni degli artisti vengono riallestite nello spazio di piazzale Caos antistante la casa natale del drammaturgo, poeta e premio Nobel nel 1934.
Immersa in questa malinconica luce d’autunno l’arte contemporanea, fatta di materia gesto e colori dialoga con le geometrie degli uliveti e i semplici volumi intonacati dell’edificio, la terracotta dei suoi tetti e lo sconfinato paesaggio di costa, spiagge e coltivi.
È necessario capire il contesto per cogliere il significato più intimo della mostra: la casa di Pirandello, monumento nazionale dal 1949, rappresenta oggi solo uno dei sette ‘viaggi sentimentali’ in cui si articola il Parco letterario.
Un luogo fisico e mentale che va oltre le realtà museali, per proporre al viaggiatore luoghi e atmosfere che hanno accompagnato i giorni del grande scrittore e si riflettono nella sua arte. Piazzale Caos appartiene al flusso inarrestabile della vita che Pirandello, come ogni uomo nella sua poetica, ha disperatamente cercato di governare forzandola in una forma. Lotta impari e impossibile da vincere. L’arte contemporanea cerca di dare una risposta a questa dicotomia, tra esistere e razionalizzare: lo fa liberando la vita, l’emozione, la pienezza dell’essere.
Ne parliamo con Francesco Anastasi, artista palermitano conosciuto per le grandi tele dipinte con un caleidoscopio di vivaci cromie per rappresentare fasto e decadenza della propria città e della Sicilia tutta. Francesco Anastasi è il curatore de “I Colori del Caos”.
Perché incentrare una collettiva su Agrigento e Luigi Pirandello?
Agrigento è una città mitologica, ci attrae per quello che ci fa vedere, ma soprattutto per quello che nasconde dietro i suoi bei monumenti, la posizione che domina dalla campagna all’orizzonte del mare, la Valle dei Templi e il fascino discreto della casa di Pirandello, qui tutto è incantevole. Dietro tutto questo Agrigento è una culla antica e silenziosa, millenaria e sepolta della nostra civiltà. Pirandello sentiva tutto ciò e ora, anche noi come lui, siamo affascinati e immersi e quasi travolti da questa consapevolezza.
Superare la il contrasto tra vita e forma, liberando la forza che c’è in noi. È questo il significato della mostra?
Come curatore ho voluto che i temi fossero liberi, perché ogni artista deve esprimere non solo il proprio Io ma anche lasciare pieno spazio all’Ego, perché la creazione e la comunicazione artistica non hanno eguali, sono forze primarie, necessarie alla vita, che si possono declinare in infinite variazioni, una pennellata la si può dare in tante maniere, ma ognuna è unica, personale. Nell’arte non esiste uno schema, una regola, una forma che sia obbligatoria.
Come definisce l’arte?
L’arte significa amore, trasgressione, sentimento, sensazioni. È anche la capacità di privarsi di tante cose, chi ama l’arte pur di partecipare, di farsi notare, è disposto a grandi sacrifici. Cerca di recuperare il tempo perduto, di essere presente perché oggi ci si vede, domani non si sa. L’arte, ogni giorno, si immerge nella vita.
Le opere realizzate per ‘I Colori del Caos’ riflettono quindi la sua sensibilità di artista?
Certamente, ho cercato di tenere un profilo molto alto nella scelta, ho conosciuto gli artisti, alcuni di loro sono stati con me alla Biennale di Venezia, posso dire che qualcuno ha veramente un valore in più ed è pronto per dare avvio a progetti importanti. In pochi anni la loro ricerca ha avuto un’evoluzione esponenziale, hanno la voglia e la capacità di realizzare.
Può farci un esempio?
Sì, c’è un artista in particolare, la professoressa Patrizia Prado, che è stata alla Biennale e ritengo esprima pienamente l’arte moderna: in mostra abbiamo anche questa sua tela dai colori brillanti e materici. Patrizia Prado è stata invitata fuori dall’Italia, in Inghilterra, in Francia, ma nonostante i successi, mi ripete che vuole andarci solo quando si sentirà pronta.
Tengo molto a sottolineare questa sua umiltà perché significa un grande amore per l’arte. L’artista dev’essere umile, non può essere narcisista. Se vedo negli artisti la gelosia, l’apatia allora capisco che lì non c’è vera arte. Dobbiamo aspettare che siano gli altri a chiamarti artista e non tu a decantarti tale. Questi sono i miei concetti fondamentali di vita nel mondo dell’arte.
Di Francesco Anastasi artista, invece, cosa ci racconta?
I miei progetti futuri sono sempre radicati nel passato: ho fatto moda progettando e disegnando abiti, colorandoli con i miei dipinti: per il 2022 organizzerò la seconda edizione del Gran Galà di Moda. Per il 2021, invece, sto lavorando alla mostra antologica di tutta la mia vita d’artista: 45 anni di attività professionale.
“Luigi Pirandello – I Colori del Caos“
Agrigento, Parco Letterario Luigi Pirandello, piazza Caos
ogni giorno dalle 10 alle 21 – fino al 10 ottobre 2020.
Partecipano gli artisti: Paola Dattisi, Vincenzo Palminteri, Pietro Asaro, Bernadette Ferrari, Basilio Borgo, Oliva Patanelli ‘Anil’, Patrizia Prado, Giuseppina Taddei, Monica Vitellaro, Manuela Giglia, Giuseppe Maiorana Orlando, Giorgio Pagano, Giovanna Amorelli, Sabrina Russo, Emilia Valsellini, Daniela Salamone, Benedetta Trudesti, Marco Frusteri, Giuseppe Cardella, Valeria Fiaccabrino e Mariagrazia Coco.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports