Sit in davanti il Teatro Massimo di Palermo in ricordo delle 368 persone morte nel naufragio al largo di Lampedusa nel 2013 e di tutti gli scomparsi in mare per trovare sicurezza e protezione in Europa.
Un microfono aperto alle varie realtà presenti che ha dato voce a quelle che, a detta di un militante di STRAVOX, “non vengono chiamate persone ma etichettate come migranti, dai media ad esempio, perché i politicanti pensano che siano qualcosa di estraneo alla società”.
Presente anche il Sindaco Leoluca Orlando, dopo aver partecipato alla premiazione del vincitore di tappa del Giro d’Italia 2020.
“Non siamo pesci e quindi parliamo. Siamo a ricordare i tanti 3 ottobre che abbiamo in un anno e che si ripetono cambiando soltanto il numero delle vittime. Cambia il numero ma non la tragedia che ho definito essere un vero e proprio genocidio” ha affermato il sindaco di Palermo.
Leoluca Orlando si è detto convinto che presto o poi verrà fatto un processo come fu quello di Norimberga contro i responsabili di queste morti in mare “con la differenza che i nostri nonni hanno potuto dire di non sapere ed invece tutti noi non potremo dire – ai nostri nipoti – che non sapevamo cosa stesse accadendo nel mediterraneo”.
Leoluca Orlando ha concluso chiedendosi il perché del razzismo e ricordando ai presenti che di solito nel discriminare i siciliani, ad esempio, si utilizzi l’offesa di essere “mafiosi”, per i tedeschi di essere “nazisti” e come per i rumeni o i rom si dica che siano violenti o sporchi.
“Per i razzisti la colpa di un nero, invece, è quella di essere nero” ha concluso Leoluca Orlando evidenziando la pochezza intellettuale di un razzista.
Il momento di riflessione è stato organizzato dalle associazioni STRAVOX, Mediterranea Saving Humans, Moltivolti, Forum Antirazzista Palermo, Associazione Jekafò, Comitato di Base NO MUOS, Amnesty International Sicilia, CESIE e Giocheranda.
di Antonio Melita – EmmeReports