Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella si è recato a Palermo in occasione del trentesimo anniversario dell’assassinio del giudice Rosario Livatino.
Di mattina il Presidente si era recato a votare per il referendum costituzionale nell’istituto comprensivo Giovanni XXIII – Piazzi, in via Mario Rutelli.
Nel pomeriggio, al Palazzo di Giustizia, Sergio Mattarella, ha presenziato ad un corso di formazione decentrata per magistrati organizzato dal Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) dal titolo “Deontologia e professionalità del magistrato. Un binomio indissolubile. In memoria di Rosario Livatino”.
Sono intervenuti: il Presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca; il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Palermo, Roberto Maria Ferdinando Scarpinato; il Postulatore della causa di beatificazione, don Giuseppe Livatino; il giornalista Felice Cavallaro; il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Gaetano Silvestri; il Primo Presidente aggiunto della Corte di Cassazione, Margherita Cassano e il Presidente di Sezione della Corte di Cassazione, Guido Raimondi.
Ecco il messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al Presidente della Sottosezione di Agrigento dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Miceli:
Rosario Livatino, Sostituto Procuratore della Repubblica e poi Giudice della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, ha condotto importanti indagini contabili e bancarie sulle organizzazioni criminali operanti sul territorio e sui loro interessi economici. Egli ha, tra i primi, individuato lo stretto legame tra mafia e affari, concentrando l’attenzione sui collegamenti della malavita organizzata con gruppi imprenditoriali.
Consapevole del delicato ruolo del giudice in una società in evoluzione e della necessità che la magistratura sia e si mostri indipendente, egli ha svolto la sua attività con sobrietà, rigore morale, fermezza e instancabile impegno, convinto di rappresentare lo Stato nella speciale funzione di applicazione della legge.
Ricordare la vile uccisione di Rosario Livatino richiama la necessità di resistere alle intimidazioni della mafia opponendosi a logiche compromissorie e all’indifferenza, che minano le fondamenta dello stato di diritto.
A distanza di trenta anni, desidero manifestare apprezzamento e vicinanza per tutte le iniziative promosse in ricordo di questo valoroso magistrato e rinnovare i sentimenti di partecipazione e gratitudine del Paese a tutti coloro che lo hanno conosciuto e stimato e che in questi anni ne hanno costantemente tenuto viva la memoria.
di Antonio Melita – EmmeReports