Un numeroso pubblico ieri sera a Palazzo Sant’Elia ha potuto immergersi nei colori, nei suoni e fra i gesti dell’arte contemporanea per unirsi alla rete internazionale di One Voice, il nuovo movimento che unisce le voci di chi guarda a un futuro migliore, di rispetto e di rinascita.
La partecipazione della città al Festival è stata fortemente voluta dalla Fondazione Sant’Elia, come ci racconta il suo Soprintendente, Antonio Ticali.
Cosa rappresenta questo evento per Palermo?
One Voice è il primo Festival globale dell’epoca post Covid e oggi riunisce circa 30 città in cinque continenti. Noi, come Fondazione Sant’Elia, siamo davvero lusingati di rappresentare la Sicilia e anche l’Italia tutta, perché abbiamo saputo che oltre a Palermo si sono poi aggiunte altre tre città.
In questa occasione la Fondazione lascia a Palermo un segno per il futuro?
Sì è vero, questa è la prima volta che la Fondazione Sant’Elia interviene sul tessuto urbano attraverso delle installazioni artistiche permanenti, come il grande murale ‘Io sono te’ realizzato allo Sperone da Igor Scalisi Palminteri. Per noi è stata una sfida, accettata volentieri perché nonostante il Covid crediamo fortemente nella volontà di poter continuare a fare altre esposizioni e promuovere la cultura attraverso metodi non solo tradizionali, ma anche innovativi come questo di One Voice: naturalmente è stata una sfida tutt’altro che semplice.
Le limitazioni sono state molte, ma abbiamo avuto l’opportunità di scoprire ancora una volta la grande generosità degli artisti, che hanno vissuto con le loro sensibilità questo lungo momento di contemplazione dovuto al lockdown. La loro produzione creativa è stata davvero di eccellenza, di grandissima sensibilità e ispirazione, dandoci quei risultati che ci fa piacere presentare adesso al pubblico.
One Voice continuerà attraverso la Fondazione a dialogare con la vita culturale della città?
Credo si debba valorizzare ogni capacità di comunicare la propria parte interiore e da parte nostra, delle istituzioni, è oggi necessario fare in modo che l’arte abbia una funzione sempre più prossima all’educazione, divulgando competenze e sensibilità. È una delle ragioni per le quali, come Fondazione Sant’Elia, stipuleremo a breve un protocollo d’intesa con l’Assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione, per entrare direttamente nelle scuole siciliane e insieme a loro costruire laboratori didattici sulle nostre esposizioni. L’arte è un linguaggio incredibile che va spiegato, compreso e tramandato: siamo certi che abbia un enorme potenziale educativo.
Change is in Unity, il tema fondante di One Voice: la volontà cresciuta durante la pandemia come progetto solidale per aiutare le comunità sociali a riconoscersi e a unirsi, un’idea nata dall’esperienza della fondazione peruviana Fugaz Arte De Convivir e dagli ideali dall’artista statunitense Eugene Lemay.
Palermo raccoglie il testimone e guarda avanti. In che modo lo chiediamo all’Assessore alla Cultura, Mario Zito.
L’arte può veramente scuotere la città? Come è possibile?
Dopo il periodo di lockdown, dopo aver vissuto la grande stagione di Manifesta e dopo BAM l’anno scorso, questa è la prima vera mostra internazionale che riprendiamo a Palermo. Non poteva iniziare che in questo modo, con un evento che parla soprattutto di rigenerazione urbana, di collegamento e di connessioni.
Il fatto di ripartire con One Voice è un chiaro segnale di una volontà collettiva, locale e mondiale, di uscire da questo momento e attraverso il messaggio universale dell’arte trovare quella cifra che veramente ci può accomunare di nuovo. Dobbiamo dare spazio veramente all’arte, dobbiamo dare spazio alla creatività degli artisti, perché solo questo è il vero modello per rigenerarci e guardare al domani con occhi diversi, più maturi e attenti.
Le Istituzioni hanno raccolto questa voglia di riscatto collettiva, lo conferma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
Prima che One Voice fosse, Palermo era, nel senso che ci siamo incontrati superando una realtà di divisioni. Abbiamo fatto nostra l’idea che l’arte non sia soltanto occasione di rigenerazione umana ma anche urbana. Le immagini di Igor Scalisi Palminteri, piuttosto che la musica per strada, piuttosto che il coinvolgimento delle scuole, è la conferma di come l’arte è rigenerazione globale.
Noi siamo una città che ha rotto i ponti ma soprattutto i muri, perché vogliamo che chiunque viva Palermo si senta palermitano. Questa sera siamo stati collegati con altre 30 città, con 14 Paesi del mondo e abbiamo parlato tutti con la medesima lingua dell’arte. Se Palermo non fosse collegata ad un risveglio culturale il suo sarebbe un risveglio finto, mentre con questa iniziativa la nostra città celebra ancora una volta un inno alla bellezza.
E la bellezza è il punto di incontro fra etica ed estetica: se qualcuno pensa che la bellezza sia soltanto estetica è piuttosto vacante, se qualcun’altro pensa che la bellezza sia soltanto etica, è piuttosto pesante. L’arte non è soltanto un ritratto, ma un ritratto che manda un messaggio: è questa alchimia che rende bello il ritratto.
Gli artisti per One Voice a Palermo sono: Igor Scalisi Palminteri, Street Art; Mauro D’Agati, Urban Art; Mario Bajardi, musica contemporanea; Gabriele David Gandolfo, visual art; Giacomo Rizzo scultura; Andrea Kantos, video art; Max Serradifalco, Landscape Photography; Nicola Pucci, pittura; Antonio Macaluso, Video Maker.
One Voice Palermo, Palazzo Sant’Elia, Via Maqueda 81
Fino al 30 settembre 2020, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 17.30
Ingresso libero
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports