Di personaggi incredibili che con la loro perseveranza, il loro coraggio, sono stati capaci di dare una smossa ai fatti, alle coscienze ed alla storia, il mondo ne è pieno.
Ma questa è una storia tutta palermitana e dal dopoguerra ad oggi, vi posso garantire che solo a Palermo, si è susseguita una lunga schiera di uomini e donne provenienti dalle più disparate posizioni sociali capaci di dire un secco NO alla Mafia.
Donne e uomini consapevoli di mettersi contro un mostro apparentemente invincibile.
Oggi, per il suo impegno, ricordiamo Don Pino Puglisi nel 27° anniversario dal suo omicidio.
Giuseppe Puglisi nacque a Palermo il 15 settembre del 1937 a Palermo, nel cortile Faraone sito nel quartiere periferico palermitano di Brancaccio.
Il padre Carmelo era un sarto e la madre Giuseppa Fana, una sarta. Decise di entrare nel Seminario arcivescovile di Palermo nel 1953, a sedici anni.
Ordinato prete nel 1960 dal cardinale Ernesto Ruffini, nel 1961 fu nominato vicario cooperatore presso la Parrocchia del Santissimo Salvatore nella borgata di Settecannoli e successivamente Rettore della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi.
Nel 1963 fu nominato cappellano presso l’orfanotrofio Roosevelt e vicario presso la parrocchia Maria Santissima Assunta a Valdesi ed è in questi anni che inizia a far nascere la sua opera educativa, dedicata maggiormente ai giovani.
Il primo ottobre del 1970 fu nominato parroco a Godrano: un paese in provincia di Palermo caratterizzato da una sanguinosa guerra tra due famiglie mafiose.
Grazie alla sua opera evangelica ed educativa, Pino Puglisi riuscì a porre fine alla guerra, operando per la riconciliazione tra le due famiglie.
Dal 1978 al 1990 ricoprì diversi incarichi: pro-rettore del seminario minore di Palermo, direttore del Centro diocesano vocazioni, responsabile del Centro regionale Vocazioni e membro del Consiglio nazionale, docente di matematica e di religione presso varie scuole, animatore presso diverse realtà e movimenti tra i quali l’Azione Cattolica e la FUCI.
Nominato parroco della chiesa di San Gaetano a Brancaccio il 29 settembre del 1990, fu qui che diede vita alla sua opera di antimafia.
Il quartiere era governato dai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, seguaci del mafioso Leoluca Bagarella.
Pur rivolgendosi ai mafiosi in maniera esplicita nelle omelie, il suo intento non era quello di recuperare soggetti già affiliati a Cosa Nostra, ma quello di togliere i ragazzi dalla strada, fornendo loro attività extrascolastiche, giochi e svago.
La strada era il vivaio per eccellenza della manovalanza mafiosa e, quindi, le attività di Padre Puglisi tolsero alla criminalità molti giovani, guadagnando così l’odio dei boss che decisero di rivolgergli la loro attenzione.
Ricevette molte minacce di morte senza mai parlarne con nessuno.
Venne nominato nel 1992 direttore spirituale presso il seminario arcivescovile di Palermo e il 29 gennaio 1993 inaugurò a Brancaccio il Centro Padre Nostro per la promozione umana e la evangelizzazione.
Il giorno del suo 56° genetliaco, il 15 settembre del 1993, presso il Piazzale Anita Garibaldi, Don Pino Puglisi viene chiamato, voltandosi, una persona gli scivolò alle spalle e gli sparò alla nuca, davanti al portone di casa sua.
La mafia per la prima volta nella storia uccideva un uomo di Chiesa.
Opera di beatificazione.
A Don Pino, sono state dedicate piazze, scuole e nell’ufficio postale di Godrano, è stata riportata la frase “Sì, ma verso dove?”, il suo motto preferito.
Il 28 giugno 2012 Papa Benedetto XVI, durante un’udienza con il Cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, concesse la promulgazione del decreto di beatificazione per il martirio in odium fidei.
Il 15 settembre dello stesso anno, il Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo, rese nota la data della cerimonia di beatificazione di Padre Pino Puglisi, di fatto avvenuta il 25 maggio 2013.
Papa Francesco, per l’occasione cosi l’ha ricordato: “Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto”.
Indagini sull’omicidio.
Il 19 giugno 1997 venne arrestato il latitante Salvatore Grigoli che diventò poi collaboratore di giustizia confessando 46 omicidi inclusi quello di Pino Puglisi. Confessò che in auto con lui vi era anche Gaspare Spatuzza e che i mandanti erano i Fratelli Graviano.
Grigoli disse anche che le ultime parole di Puglisi, prima dell’omicidio, mentre sorrideva, furono “me l’aspettavo”.
di Vittorio Emanuele Miranda – EmmeReports