“Fate opere di bene al posto degli omaggi floreali e, per chi lo desiderasse, di partecipare al funerale che indossi una maglia o una camicia bianca, come simbolo di purezza e gioventù”. Questo è stato l’invito della famiglia di Willy Monteiro Duarte, il 21enne picchiato a morte nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre a Colleferro.
La Città di Palermo lo ha salutato Domenica 13 Settembre con un momento di preghiera e riflessione nel Piazzale del Archivio Storico di Via Maqueda.
Il Comune di Palermo e la Consulta delle Culture hanno voluto questo momento per esprimere vicinanza alla famiglia Monteiro Duarte, per la tragica e inaccettabile morte del loro Willy, un giovane italiano di seconda generazione, un ragazzo che, come molti, aveva tanti sogni nel cassetto, tra cui il diventare un giocatore della Roma. Willy era un giovane con sete di futuro, un italiano che si è trovato vittima della violenza e della prepotenza mafiosa di criminali senza scrupoli. Non ci sentiamo e non ci compete di dare delle motivazioni ideologiche al tragico evento. Abbiamo preferito, come nostra abitudine, dare voce alla gente.
“Abbiamo voluto dedicare questo momento per pregare per il riposo dell’anima di nostro fratello che è mancato, ma vogliamo trasformarlo in uno spazio di riflessione per parlare del culto della violenza che oggi sta prendendo il sopravvento” ha dichiarato Ouattara Ibrahima Kobena, presidente della Consulta della Pace di Palermo.
“Siamo qui soprattutto per esprimere la nostra solidarietà e anche per interpellare le istituzioni e la società civile sulla necessità di vivere insieme, sulla necessità costruire la società con dei valori umani. Siamo qui per dire no a tutte le forme di violenze. Le parole che incoraggiano l’odio e la violenza portano la popolazione a vivere e mettere in pratica ciò che sente” ha continuato Kobena.
“Noi cittadini anche immigrati dobbiamo organizzare dei tavoli dove ci si incontra per fronteggiare insieme l’immigrazione irregolare e i problemi legati alla povertà. Ringraziamo l’impegno dello Stato Italiano che si vede veramente isolato di fronte a questa emergenza. L’Italia è in prima linea. Chiediamo ancora più indulgenza e soprattutto più collaborazione con i Paesi di origine da dove provengono queste persone. Dobbiamo organizzare un incontro internazionale e decidere insieme a loro come trovare delle soluzioni per contrastare veramente questo fenomeno migratorio” ha concluso il presidente della Consulta.
“Ancora la società non è capace di ammettere che c’è qualcosa che bisogna cambiare, che il razzismo esiste in Italia ed è qualcosa che viviamo ogni giorno” ha detto Karim, di StraVox.
“Non voglio entrare in merito al come è stato ammazzato, perché vorrei che questa giornata fosse una commemorazione di rispetto, soltanto dedicato a Willy e non mi sento di parlare di quelli che l’hanno ammazzato perché non meritano le mie parole” ha continuato Karim.
“Le Istituzioni prima delle persone comuni devono fare qualcosa, perché se fanno una propaganda razzista, come quella che viene propinata dalla Destra, le persone assorbono l’aria negativa e la rivoltano sui poveri. C’è un disinteresse alla questione da parte delle Istituzioni, quando sono si possono coinvolgere, le persone si possono sensibilizzare. Credo che le istituzioni debbano fare il passo più grande e non lo società civile ha aggiunto Karim che concluso affermando che “siamo qui per commemorare Willy e ricordare che queste cose possono capitare anche a noi. Succede agli angoli di Palermo ogni santo giorno, ogni sera e nessuno se ne accorge. Non guardiamo troppo troppo lontano, guardiamo tra i nostri piedi”.
“La morte di Willy non può essere semplicemente addebitata a dei ragazzi che sono dei semplici delinquenti e a dimostrazione di questo il commento della famiglia era solo un immigrato.. Se l’ambiente familiare serve a qualcosa, serve a dimostrare che erano razzisti, che provenivano da una famiglia razzista e provenivano da quella Italia malata, che dobbiamo cambiare, che dobbiamo rendere degna dell’Italia che amiamo” ha affermato Nadine Abdia.
“Siamo oggi qui, per esprimere vicinanza ai familiari di Willy e per esprimere condanna per questo gesto di violenza inaccettabile, ma al tempo stesso anche per ricordare come, in questo nostro Paese, la disumanità ha il volto umano e questo ci interroga, ci interpella rispetto ai nostri comportamenti a quante volte noi alimentiamo il razzismo, con espressioni e comportamenti, una cultura dello odio e una cultura fascista” ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando
“Dobbiamo ricordare che chi ha ucciso Willy era un essere umano ed era un essere umano che ha avuto segnali, messaggi, stimoli sicuramente inaccettabili, che stanno dietro questi comportamenti. Allora fermiamoci un secondo a riflettere, chiediamoci quante volte con le parole e i comportamenti, alimentiamo razzismo, odio e fascismo” ha concluso il sindaco di Palermo.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports