Alle 10,04 sono partite le operazioni, curate dal 4° Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito Italiano, di “imbraco” della bomba e il successivo trasporto con una gru nella camera di espansione (“casa matta”) dove verrà separata una parte della bomba (“despolettamento”).
L’ordigno della Seconda Guerra Mondiale, di circa 600 libbre (con un peso 272 chili, di cui 100 di esplosivo) verrà poi trasportato in una cava per essere fatto “brillare”.
“Abbiamo costruito una camera di espansione in cui verrà fatta brillare una parte della bomba. Il raggio di azione della bomba è di circa 1850 metri ma grazie alla camera di espansione è stato ridotto a 400 metri, riducendo così l’area di evacuazione” afferma il maggiore Daniele Piazza che guida gli artificieri impegnati nelle operazioni al porto di Palermo.
“All’interno della “casa matta” utilizzeremo il macchinario swordfish con il quale sezioneremo la bomba attraverso una lancia che getta, ad alta pressione, acqua e sabbia. La parte non in sicurezza verrà fatta brillare qui dentro, il resto in una cava” aggiunge il luogotenente Giuseppe Carini.
Le operazioni di evacuazione sono iniziate alle 6 del mattino nella cosiddetta “zona rossa” i cui accessi sono presidiati dalla Polizia Municipale.
Circa 500 sono le persone che hanno usufruito dei mezzi Amat per raggiungere il punto di raccolta all’interno dello stadio “Renzo Barbera”, mentre una ventina di persone con disabilità sono state accompagnate presso il secondo punto di raccolta al Pala Uditore.
Nessuna persona è stata accompagnata al Pala Oreto o in maniera autonoma e per questo la struttura è rimasta chiusa.
All’interno della zona rossa sono rimasti 3 gruppi di forze dell’ordine in funzione di servizio antisciacallaggio.
Infine, le persone positive al Covid-19 sono state accompagnate dal personale dell’Asp e del 118 in luoghi dedicati per il mantenimento dell’isolamento
di Antonio Melita – EmmeReports
(foto Antonio Melita e Francesco Militello Mirto)