Tantissime persone, tantissime luci ad illuminare una vicenda buia che, a distanza di due anni, continua a provocare dolore e tanta rabbia.
E’ il dolore di una madre e di un padre che hanno perso la propria bambina Beatrice, per loro Betty, a seguito di quello che considerano un errore medico, che poteva e doveva essere sicuramente evitato.
Dietro lo striscione “Beatrice vuole giustizia” la mamma Benedetta riassume quello che è successo in quel 3 luglio 2018, quando il cardiochirugo Davide Felice Calvaruso opera la piccola Betty, presso l’Ospedale S. Vincenzo di Taormina, per un difetto interventricolare.
“Il chirurgo Davide Felice Calvaruso entra in sala operatoria per un intervento non urgente, con una angio tac illeggibile dilungandosi in tempi che definisco disumani, 12 ore di sedazione generale per una bambina di 5 mesi” racconta la madre che chiede giustizia per tutte quelle famiglie vittime di malasanità e di una giustizia che con la sua lentezza finisce per “uccidere due volte”.
Trasferita d’urgenza all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, Beatrice morirà il 30 agosto 2018.
A distanza di due anni, il prossimo 23 settembre verrà presentata una terza perizia, quell’incidente probatorio su cui i genitori di Beatrice ripongono tante speranze.
La speranza di veder pagare chi ha sbagliato, come indicato dalla Procura di Roma che, nell’effettuare l’autopsia sul corpo della piccola Beatrice ha sollevato pesanti e gravissime responsabilità su chi ha condotto quell’intervento il 3 luglio 2018.
La speranza di “sconfessare” la perizia legale documentale (di parte medica) che la mamma Benedetta definisce “fasulla” perché basata su semplici relazioni di parte.
La speranza che non possa più accadere che un chirurgo entri in una sala operatoria “alla cieca”, iniziando un intervento “non urgente” con una tac illeggibile.
“Beatrice è sempre con noi e ci guida da due anni, proteggendoci. Abbiamo scelto questo posto (il Palazzo di Giustizia) perché possa sensibilizzare tutti quelli che prenderanno una decisione sia per Beatrice e per tutti quei casi analoghi” ha detto Marco Morici, padre di Beatrice, nel ringraziare tutti i presenti alla fiaccolata.
Benedetta ha poi letto una poesia, scritta per Beatrice, intitolata “Oscurità”.
In una parte del “canto” di rabbia i genitori si rivolgono proprio al chirurgo Calvaruso, genero del sindaco Leoluca Orlando:
Canto e mi viene voglia di urlare / E tu grandissimo dottore Calvaruso mi senti? / Sappi che la verità la griderò ai quattro venti.
Canto a quelle commissioni, ai direttori ASP e ai gran professoroni / a quelli che con grande indulgenza / hanno lasciato la nostra Beatrice nelle mani di chi non ha esperienza.
Un riferimento anche polemico a quanti, giornalisticamente parlando, hanno – a detta dei genitori di Beatrice – “abbandonato il caso, perché la politica ha sempre il suo peso”.
Sicuramente non hanno abbandonato Benedetta, Marco e Beatrice, i ragazzi della Curva Nord 12 che hanno manifestato la loro vicinanza, chiedendo giustizia.
Perché sia resa giustizia a Beatrice. Beatrice vuole e pretende giustizia!
di Antonio Melita – EmmeReports