Oggi presentiamo una coppia di artisti, ALVITIART, i fratelli romani Cristiano e Patrizio Alviti, che spaziano dalla scultura all’esplorazione della materia, dalla fusione all’assemblaggio, dalla delicatezza dell’acquarello al ruvido fascino del metallo corroso.
Parliamo di caratteri e di estetica, per ognuno di voi una definizione di arte.
Per me, Patrizio, l’arte è un crogiolo di passioni e malinconie che segretamente gridano. Ci svelano la necessità per l’uomo di raggiungere finalmente una vera libertà sociale, cioè la piena libertà di espressione scevra dal timore di essere giudicati e quindi messi da parte.
Per me, Cristiano, la scultura è un universo carico di emozioni e sentimenti che lancia un ponte verso l’umanità, compiendo un atto continuo di scambio, dialogo e comprensione. Le mie sculture vogliono riflettere tutto ciò, proponendosi come simbolo dell’imprigionamento umano e, al tempo stesso, del desiderio di ogni uomo di realizzarsi nella propria forma e voce.
L’arte per noi Alviti è una fucilata: un colpo improvviso tra cuore e sangue, che mette in moto senza preavviso la nostra creatività e ci sprona a produrre, comunicare, e condividere.
Come riuscite a fondere i due temperamenti?
ALVITIART racchiude una doppia anima, quella di Cristiano e Patrizio, ma non siamo soltanto fratelli. Cristiano non è solo uno scultore e Patrizio non si limita ad essere pittore, siamo parte di un unico meccanismo creativo, dove diventano inscindibili le peculiarità di ognuno. Già da ragazzi ci siamo avvicinati in punta di piedi ad un mondo che oggi permea e scandisce la nostra quotidianità, il nostro modo di essere e pensare. Abbiamo studiato da autodidatti se mai l’Arte può davvero essere insegnata. Siamo senza dubbio degli entusiasti ma non dimentichiamo che la vita all’improvviso sa prenderti a schiaffi.
L’uomo non sempre è capace di reagire, anzi, e spesso si chiude in un vortice di paure. Come artisti vogliamo esorcizzare questo turbine di angosce e il vuoto che ne consegue. La nostra non è un’arte di denuncia, riflette il nostro universo interiore e ci consente di condividerlo con il resto del mondo.
Parliamo ora della vostra partecipazione alla Biennale. Quali opere avete realizzato?
La nostra presenza artistica in occasione di BIAS 2020 è rappresentata da opere scultoree, delle serie I Giganti e Angeli, oltre ad incisioni monotipo su lastre di metallo appartenenti alla neonata collezione Volontà di Ferro.
Grazie a queste produzioni intendiamo sottolineare la più intima adesione ai principi e all’anima della Biennale: promuovere un percorso di crescita collettiva attraverso l’espressione artistica e il dialogo interreligioso. L’arte contemporanea si fa così strumento di indagine e conoscenza al di là di qualsiasi pregiudizio religioso, politico sociale ed economico.
Quali di queste creazioni possiamo vedere presso il Loggiato di San Bartolomeo, a Palermo?
Gli Angeli, quattro sculture in gommapiuma e ferro.
Prima di illustrare le singole opere spiegate come si legano al tema della Biennale?
Tempo e Gioco sono dimensioni che ci stanno particolarmente a cuore e nel nostro approccio al gioco siamo piuttosto aristotelici perché riteniamo sia in stretta correlazione con la felicità.
Siamo inoltre convinti che il gioco, laddove non sia fine a sé stesso, vada difeso a tutti i costi perché diventa manifestazione senza condizionamenti di uno spirito libero. Ed è così che vogliamo continuare ad essere e sentirci: liberi e fedeli ai nostri credo artistici e di vita.
Nel Loggiato di San Bartolomeo sono presenti quattro Angeli; ognuno ha un nome e una storia:
Tartaro, l’angelo/uomo che più soffre la propria condizione di prigionia in uno spazio finito, in un tempo che non lo accoglie e non lo comprende. Tartaro si erge alla rivolta e raccoglie tutte le proprie forze per liberarsi.
Etere, un angelo/teschio intrappolato nella stretta morsa dell’esistenza, si dimena nell’incertezza di abbandonarsi all’estasi o di continuare l’agonia. Incapace di ferire e sprovvisto di corazza è nudo in mezzo a gente armata di ferro.
Chronos che è come il suo significato, tempo cronologico, quantificabile e misurabile. Apparentemente servo e dominato si rivela essere, invece, uno dei nostri maggiori carnefici. Ci spinge a un ritmo incalzante che distrugge, ci rende schiavi, non lascia spazio per la riflessione. È un tempo che ci scivola addosso: Chronos divora ciò che egli stesso ha generato.
Chaos, la consapevolezza. È la condizione in cui la conoscenza si fa interiore, profonda, unitaria, perfettamente armonizzata col resto della persona. È quel tipo di sapere che dà forma all’etica, condotta alla vita, disciplina, rendendo le persone autentiche. Chaos va via, si allontana introspettivo, con le sue ali sottobraccio.
ALVITIART rovescia il concetto di Angelo, da sempre messaggero. Non è la luce che va all’uomo ma viceversa, è l’uomo che trova in sé l’eterna compiutezza: se si dibatte e cerca di volare fallisce, come Chronos e Tartaro. Se tenta l’armonia, Etere, rischia di perire per avere espresso la propria fragilità. Oppure abbandona gli sforzi vani e convulsi, Chaos, e diventa messaggero della propria luce interiore.
BIAS a Palermo, cosa rappresenta per voi?
La Sicilia è una terra fertile di talenti, carica di storia e ricca di spunti. ALVITIART espone pertanto al Loggiato di San Bartolomeo con orgoglio e gratitudine. Con la nostra presenza a Palermo vogliamo invitare a riflettere sull’esistenza possibile di un mondo dove tutti possono aggiungere, interagire e comunicare partecipando assieme a questo grande viaggio chiamato vita.
ALVITIART, ora l’Angelo è l’uomo che conosce sé stesso.
ALVITIART a BIAS 2020 Palermo Loggiato di San Bartolomeo fino al 12 settembre
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports