Oggi presentiamo Concetta De Pasquale, un’artista che guarda al mare, all’orizzonte e alle carte nautiche come un luogo privilegiato del proprio ricercare. Un viaggio della vita dalle Prealpi alla Sicilia, terra di origini famigliari e di adozione spirituale.
Può parlarci in generale della sua opera?
Nel mio immaginario artistico il mare è spesso il protagonista, perché, sebbene sia nata a Salò, nel tempo il mio cuore mi ha portato alla terra delle origini paterne: la Sicilia. Oggi vivo a Messina, dove insegno, e dove viaggio sia per mare, in barca a vela, che attraverso la pittura percorrendo quindi rotte reali ed immaginarie.
La mia pittura è visionaria, utilizza la carta come supporto organico, essenziale ed intimo. La carta diventa depositaria di impronte e tracce di una esperienza che prima di essere pittorica è mentale e spirituale.
Questo modo di intendere l’arte affonda sia nella mia formazione artistica, vissuta a Milano, studiando all’Accademia di Belle Arti di Brera che frequentando gli studi dei grandi scultori Fausto Melotti e Nanni Valentini, miei maestri nell’uso minimale e rigoroso della materia.
BIAS 2020, come ha affrontato il tema della Biennale?
Per noi artisti la sfida lanciata da questa edizione è stata molto intrigante e piena di fascino: ci ha fatto ragionare su due elementi, imprescindibili nella nostra vita e correlati tra loro: il gioco ed il tempo. Per riflettere sul tema mi sono lasciata ispirare dalla poesia, dai versi dello spagnolo Miguel Hernandez che introducono Il gioco segreto del tempo, un romanzo di Paloma Sanchez Garnica. Quelle pagine svelano che Vita Morte e Amore ci rendono, pur nelle nostre storie diverse, tutti uguali.
Cosa ha creato per BIAS, partendo dalla sua estetica minimale e visionaria?
Ho immaginato un’installazione formata da grandi tessere di Domino: raccontano il tempo che ci appartiene nel mistero della vita. Se giocassimo con il tempo della nostra vita terrena, utilizzando queste tessere, potremmo creare una serie infinita di relazioni uniche ma correlate tra loro: nella mia installazione incipit e conclusione delle tessere sono carte nautiche; come in un viaggio, indicano metaforicamente la rotta dell’esistenza. Vita Amore e Morte sono intese come un unicum temporale, in cui la ferita rappresenta la reale dimensione del Tempo, mettendo in relazione quello fisico con il Tempo interiore dell’Essere.
La sua installazione diventa uno dei segni distintivi di BIAS 2020, ripresentandosi e rinnovandosi in più luoghi. È vero?
Ho esposto differenti installazioni di Domino in tre sedi della Biennale, a Palermo presso il suggestivo Loggiato di San Bartolomeo, a Messina al Museo Regionale Mu.Me. e al Metropole di Taormina. Di volta in volta le tessere del Domino hanno interagito con gli elementi caratterizzanti le diverse sedi espositive, ma il mare di Sicilia è stato l’elemento dominante in ognuno di questi dialoghi, fatti di segni, tracce e silenzi.
Queste installazioni sono state realizzate in solitudine, durante il periodo del Lockdown e del distanziamento sociale, lavorando nell’intimità del mio studio. Sapevo però che attraverso BIAS, Domino sarebbe presto divenuto per tutti noi un’esperienza di libertà, dopo un tempo difficile, sofferto e claustrofobico.
Come definisce l’arte?
Penso sia un grande dono spirituale ed anche materiale, qualcosa che appartiene all’universo. Io, come artista, sento la responsabilità del mio ruolo: nascere con un talento e riconoscerlo sicuramente ci responsabilizza. L’arte va perseguita e coltivata con dedizione, richiede cura per farla crescere e consapevolezza di dover restituire, dopo averlo accresciuto, il frutto del talento. Mi sento intimamente parte di questo circuito di bellezza, ne avverto tutta la forza e l’attrazione che esercita su di me.
So che ha sicuramente salvato la mia vita, dandomi spazi concreti di armonia e immaginazione per lo spirito; sono sinceramente convinta che la sua forza generatrice possa aiutarci a ritrovare la bussola, per invertire questa rotta catastrofica che dobbiamo assolutamente cambiare.
Il suo è un legame forte con BIAS?
Sì, ho incontrato Chiara Donà dalle Rose due anni fa e ne sono rimasta affascinata; in BIAS si respira uno spirito di condivisione d’arte e di amicizia; non è facile incontrare questa atmosfera nel mondo artistico, troppe volte adombrato da rivalità insensate e gelosie. BIAS mi ha condotto in spazi magici e suggestivi ma soprattutto mi ha fatto apprezzare l’animo dei tanti colleghi artisti che ho incontrato e conosciuto e con i quali ho potuto facilmente relazionarmi.
Anche con Palermo esiste una consonanza così intensa?
Esporre in questa città mi ha riportato ad un luogo che amo, carico di cultura, fascino e di storia. Palermo mi ha accolto negli anni passati in mostre importanti, che vennero allestite in splendidi luoghi istituzionali: il Museo di arte Contemporanea Riso, Oratorio dei Santi Elena e Costantino, il Real Albergo dei Poveri, lo Steri. Così sono felice che una mia opera sia ospitata da BIAS nel suggestivo Loggiato di San Bartolomeo e le tessere del Domino guardino verso la Cala e il porto di Palermo, suggerendo un nuovo punto di partenza!
Concetta De Pasquale, l’arte di viaggiare con la mente.
Concetta De Pasquale a BIAS 2020 Palermo Loggiato di San Bartolomeo fino al 12 settembre 2020
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports