Ornella è la proprietaria del B&B La Giara a pochi passi dalla zona centrale di Porto Empedocle. Con lei abbiamo parlato di lockdown, turismo e migranti.
Qual è la situazione a Porto Empedocle? E’ davvero una cittadina sotto assedio?
Non credo si possa parlare di assedio. Certo, si sopravvive cercando di difendere l’immagine del paese e della propria attività commerciale. Proveniamo da una situazione davvero difficile, da 3 mesi di lockdown rispettato in maniera rigorosa da tutti dove ha prevalso la paura di poter morire.
Lentamente si sta riprendendo ad uscire ed il turismo dovrebbe far girare un po’ l’economia empedoclina?
Dopo aver ripreso a fatica le attività economiche e commerciali, siamo, purtroppo, ritornati in un nuovo “baratro” creato dalla cattiva pubblicità, creato dai mass media. Si sta parlando di una situazione legata all’immigrazione “alterata” dai giornali che ingigantiscono quello che ogni estate ricorre con gli sbarchi.
Situazione alterata dai giornali? Spiegaci meglio.
Non potendo più passare notizie sull’emergenza covid si è passati a “bombardare” con le notizie sui migranti e la loro presunta “invasione” che, come detto e come potete vedere non c’è.
I migranti sono sempre arrivati e, al netto dell’emergenza sanitaria, non comprendo l’eccessiva attenzione di quest’anno quasi a voler concentrarsi su di noi per non farlo su altri. Il migrante, come da sempre, non ha nessun interesse a rimanere a Porto Empedocle ed infatti, come potete verificare, in giro non ce ne sono.
Come incide una “non puntuale” informazione su di voi?
Porto Empedocle è una cittadina piccola dell’entroterra siciliano che vive del turismo estivo e riprendere non è stato facile con il Covid e… Adesso iniziamo con altri problemi, con la questione dei migranti.
Sul Covid dovevi rassicurare il turista che prenotava sul fatto che i locali erano adeguatamente sanificati e le norme correttamente applicate. Ovviamente la mia struttura ha speso molto su questo, senza aiuti da nessuno. Ad esempio, le nostre lenzuola vengono lavate da una ditta certificata che utilizza prodotti particolari e tutto questo ha fatto lievitare i nostri costi di gestione senza aumentare le tariffe.
Adesso non chiedono più del coronavirus ma dei migranti. Il fatto che siamo vicini al porto, mentre prima era un vantaggio, ora ci penalizza perché s’immagina l’invasione dei migranti che scappano dall’hotspot.
Come detto nulla di vero se non qualche migrante scappato e poi subito ritornato o preso dalle forze dell’ordine. Non sono mancati poi i video “datati” postati sui social e passati come nuovi.
Un danno d’immagine non da poco che si traduce anche in danno economico.
Tutto questo va a discapito di chi faticosamente promuove Porto Empedocle e le sue bellezze, come l’ex carcere torre di Carlo V, la passeggiata al porto, Luigi Pirandello e Andrea Camilleri.
Credo che chi stia andando in vacanza voglia solo disintossicarsi dal brutto periodo passato con il coronavirus e sicuramente Porto Empedocle è il posto ideale per poterlo fare.
Giuseppe Cinquemani è il proprietario del lido Maragià in località Punta Grande a Realmonte, a pochi chilometri da Porto Empedocle.
Come è gestire un lido balneare in questo periodo?
La gestione è più complessa e, ovviamente, più costosa rispetto a prima.
I lettini vengono sanificati la mattina, al cambio di persona e la sera con un virucida spray che, pur avendo effetto per 10 ore, viene continuamente utilizzato. All’interno dei locali sembra di essere in una clinica: distanziamento, autocertificazione anticovid-19, virucida, sanificazione continua dei locali.
Abbiamo ridotto il numero di ombrelloni e lettini per attenerci alle norme sul distanziamento sociale. I bagnini, hanno una sorta di fasciacollo come protezione personale e non sanno se possono fare salvataggio sempre a causa delle disposizioni sul distanziamento.
Siamo rispettosi delle mille regole, ma poi vedi venditori ambulanti, di qualsiasi nazionalità, senza dispositivi di protezione personale avvicinarsi ai clienti e non possiamo fare nulla perché altrimenti passiamo per razzisti.
Tu sei tra quelli che dice “non sono razzista ma…”?
Non scherziamo, qui il problema è che ci troviamo davanti ad un “razzismo programmato”, una sorta di campagna elettorale permanente scritta proprio per Matteo Salvini dove l’immigrato non controllato è un rischio per tutti e per questo viene odiato. Ecco proprio ieri 7/8 immigrati, provenienti magari da una comunità, che per il solo fatto di essere lì a farsi un bagno, hanno scatenato il panico tra le persone.
Il panico? Bisogna ammettere che siamo all’esagerazione.
Esagerato sì, ma di chi è la colpa? Se questa me la chiamano accoglienza, io non vorrei essere accolto così. E poi quante falsità si leggono in giro…
Quando si parla di Porto Empedocle non si cita mai Camilleri. Non si parla della vicinanza con la Valle dei Templi e con la Scala dei Turchi. Si scrive solo che la Scala dei Turchi è chiusa, ma la spiaggia attorno non lo è. Hanno persino scritto che Porto Empedocle era tutta Zona Rossa, quando ad esserlo era una porzione della nave Moby Zaza.
Perché non hanno scritto che solo la nave-traghetto era zona rossa? Avrebbero venduto meno giornali sicuramente, ma magari reso un servizio migliore ai cittadini ed a un territorio in difficoltà.
A causa di quello che è stato scritto persino la gente di Caltanissetta ha paura a scendere a Porto Empedocle.
Ritorniamo alla tua attività. Cosa puoi dirci rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso?
Voglio darti un numero 24, ed è quello dei dipendenti che lavorano nei due lidi che abbiamo in gestione. L’anno scorso erano 56 a cui andavano aggiunti anche i dipendenti extra per le domeniche e le giornate più impegnative.
Noi viviamo di turismo ed è come una grande ruota: i turisti arrivano e riempiono i B&B, a guadagnarci ogni giorno sono quindi anche i ristoranti che di conseguenza fanno lavorare i fornitori e così via. Da me, ad esempio, c’è un po’ di Milano con l’arredamento, di Emilia Romagna per i lettini che produciamo, il mio cuoco è di Palermo, alcuni lavoratori sono di Porto Empedocle anche se nati altrove.
A giugno è sicuramente mancato il turista europeo alto spendente (francese, belga e tedesco), mentre stanno ritornando ad agosto quelli che sostano 2/3 giorni e pensano di poter girare tutta la Sicilia a tempo record.
In due/tre giorni?
Sì, vedono nella cartina che magari i posti sono anche vicini ma non considerano il fatto che in Sicilia non ci sono autostrade degne di questo nome e per arrivare, ad esempio, a San Vito Lo Capo da qui ci vogliono 3 ore.
Una regione che dicono essere a vocazione turistica.
In campagna elettorale lo scrivono ovunque, ma all’atto pratico in estate “fanno staccare” la musica a mezzanotte e ti costringono a girare tutti gli uffici per la concessione di una autorizzazione. Una burocrazia che soffoca chi vuole fare l’imprenditore, e che invece lascia libero di fare qualsiasi cosa a chi è irregolare.
Mi verrebbe voglia di andare via, magari a Malta, ma non credo che sia giusto scappare, però le cose così non possono andare avanti per molto.
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports