Ore 19,30 appuntamento alla Torre Carlo V di Porto Empedocle per dire Stop all’invasione degli immigrati. Una ventina di giovani inizia a radunarsi attorno ad alcuni striscioni che non lasciano spazio agli equivoci: le ONG non sono più gradite.
Intorno alle 20, i giovani, diventati adesso una cinquantina, decidono di muoversi in corteo nonostante la mancata autorizzazione da parte della Polizia che, invano, tenta di farli desistere dalla protesta.
Armati di mascherine e rispettosi del distanziamento sociale, i manifestanti irrompono nel centro passando sotto il murales di Andrea Camilleri e tra i tavolini dei bar di una Porto Empedocle decisamente “tranquilla”.
Il corteo, dopo aver attraversato il centro cittadino, ritorna alla Torre Carlo V, non per sciogliersi, ma per avviarsi deciso dentro al porto, dove in lontananza sono ferme le navi Sea Watch 3 e Ocean Viking.
I manifestanti decidono di fermarsi all’ingresso della banchina dove, nelle settimane scorse, hanno visto attraccare le navi dei migranti e dove “simbolicamente” appongono un nastro di divieto per esprimere la loro contrarietà.
“Non siamo razzisti, siamo diventati intolleranti ed è differente” grida un manifestante contro le forze dell’ordine che tentano di convincerli a lasciare libera la banchina, per l’imminente arrivo di una nave da Lampedusa.
La nave è una Siremar che non presenta immigrati. Gli immigrati, qualche ora fa, sono stati portati via con alcuni pullman svuotando completamente, e momentaneamente, la tenso struttura presente al porto.
Adesso in fila sulla banchina, dove qualche giorno fa erano presenti gli immigrati, ci stanno famiglie di turisti in direzione Lampedusa.
I manifestanti decidono quindi di andare via, promettendo però di ritornare.
Presente anche il vice sindaco di Porto Empedocle, Salvatore Urso a cui abbiamo chiesto maggiori ragguagli sulla situazione della città.
La situazione è parzialmente normalizzata, è stato un gran lavoro quello svolto con la Prefettura e con il Ministero degli Interni che ha portato all’intero svuotamento dell’hub. La GNV ha inoltre alleggerito le pressioni su Porto Empedocle ma anche su Lampedusa. Comprendiamo che è una situazione temporanea, che definisco “tampone” visto il fenomeno migratorio che impegnerà nelle prossime settimane il Ministero degli Esteri con quello che è rimasto del Governo tunisino.
Si è parlato anche di Porto Empedocle “zona rossa”?
Abbiamo subito un danno di immagine abbastanza ingente, la città è stata erroneamente dichiarata “zona rossa”, in quanto l’unica area interessata era quella della Moby Zaza e quindi non tutta Porto Empedocle come riportato in maniera non corretta dai media nazionali.
Quali saranno le prossime mosse dell’amministrazione comunale?
Nei prossimi giorni chiederemo lo spostamento della tensostruttrura e quindi l’allontanamento dall’area portuale ma anche dal centro abitato, visto che in linea d’area siamo nella parallela di via Roma che costituisce il centro di Porto Empedocle.
Cercherete quindi di dare l’addio all’hotspot del porto?
Voglio ribadire che quello presente nell’area portuale di Porto Empedocle non è un hotspot ma un hub che dovrebbe, sino ad un massimo di 100 persone, ospitare le operazioni relative ai test sierologici e poi avviare i migranti verso le destinazioni previste.
E’ stato invece utilizzato come se fosse un hotspot arrivando a contenere sino a 600 migranti che, oltre alla situazione igienico-sanitaria, ha messo in difficoltà le forze dell’ordine.
Una situazione igienico-sanitaria delicata e aggravata dal covid19?
Porto Empedocle ha avuto 6 casi nell’apice della diffusione del virus, ma poi, grazie al rispetto delle regole dei miei concittadini, ha retto bene ed anche per questo non vorrei che una gestione poco attenta dell’immigrazione potesse vanificare il lavoro sin qui fatto.
Che valore assume la sua presenza a questa manifestazione?
Sono presente a questa manifestazione, senza finalità di tipo politico, ma solo per il diritto ad esprimere le proprie idee, condividendo la visione di una Porto Empedocle diversa.
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto