Il 18 ottobre 2019, un’imbarcazione sovraffollata in difficoltà, che trasportava circa 50 persone, ha contattato Alarm Phone.
Fuggite dalla Libia, le persone si trovavano nella zona SAR maltese vicino all’isola italiana di Lampedusa quando hanno chiesto aiuto.
L’imbarcazione venne intercettata e respinta in Libia dalla cosiddetta guardia costiera libica. Le autorità maltesi, pur nella possibilità di intervenire, preferirono aspettare l’intervento dei libici. Il porto sicuro di sbarco più vicino sarebbe stato Lampedusa (41 miglia), vennero invece sbarcati a Tripoli (110 mn) che in nessun caso può essere considerato un porto sicuro per i naufraghi.
Dopo il loro arrivo sulla costa libica, i naufraghi sono stati trasportati al centro di detenzione di Triq al Sikka, dove secondo numerosi rapporti sono ampie le violazioni dei diritti umani
L’Associazione Studi Giuridici Immigrazione (ASGI) e Cairo Institute for Human Rights Studies (CIHRS) hanno presentato una denuncia contro l’Italia, Malta e la Libia presso il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite. La denuncia è presentata per conto di due individui il cui diritto di fuggire dalla Libia è stato violato dall’intercettazione e dal respingimento effettuati dalla cosiddetta Guardia Costiera libica sotto la responsabilità delle autorità italiane e maltesi. Una pratica ormai diffusa e quindi ancora più grave.
Alarm Phone, Sea-Watch e Mediterranea Saving Humans sostengono la causa e ne parleranno diffusamente in una conferenza stampa che trasmetteremo sulla pagina Facebook di Mediterranea Saving Humans oggi, 28 luglio 2020, alle 15:30.
di Redazione – EmmeReports