I Carabinieri del Comando Provinciale, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, hanno arrestato 15 persone, ritenute a vario titolo responsabili di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione e vendita di droga, commessi con l’aggravante delle finalità mafiose.
L’indagine, diretta dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, costituisce un’ulteriore colpo sul mandamento mafioso palermitano di Pagliarelli e in particolare sulla famiglia mafiosa di Corso Calatafimi.
L’operazione ERIDE da continuità all’operazione Cupola 2.0, della Dda di Palermo, con la quale era stata smantellata la nuova commissione provinciale di cosa nostra palermitana, che si era riunita per la prima volta il 29 maggio 2018.
In quell’operazione erano state arrestate 10 persone ritenute appartenenti al mandamento mafioso di Pagliarelli, tra cui Settimo Mineo, capo del mandamento, ritenuto l’erede di Totò Riina a Palermo.
L’indagine ha evidenziato come i proventi del traffico di stupefacenti, decurtati del guadagno dei singoli spacciatori individuati e autorizzati a smerciare droga dal sodalizio, confluivano nelle casse dell’organizzazione.
Ad organizzare la rete del traffico di stupefacenti, della famiglia mafiosa di Corso Calatafimi, era stato il boss Filippo Annatelli attraverso una riunione presso un’agenzia di onoranze funebri con Salvatore Mirino.
La proposta di Mirino, approvata alla fine dai vertici dell’organizzazione, era quella di estromettere le persone che gestivano il traffico di droga fino a quel momento, affidandola a nuovi personaggi di massima fiducia.
La nuova articolazione prevedeva Salvatore Mirino ed Enrico Scalavino nella gestione operativa dei traffici e dello smercio della droga. Giuseppe Massa, detto “Chen” e Ferdinando Giardina diventavano i responsabili della fornitura della droga ai pusher di livello inferiore e dovevano anche riscuotere il denaro della vendita.
di Redazione – EmmeReports