Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha presentato alla stampa il nuovo assessore alle Culture, il Professor Mario Zito, che prende il posto di Adham Darawsha, dimessosi a pochi giorni dal Festino di Santa Rosalia.
“Vogliamo marcare l’importanza del momento nella vita della città, nel giorno del Festino di Santa Rosalia, presentando l’assessore alle culture, Mario Zito. È la scelta che mi è sembrata più naturale, quella di scegliere il direttore dell’Accademia di Belle Arti, che ha vissuto tutte le esperienze più significative degli ultimi anni, da Palermo Capitale alla Cultura a Manifesta”.
Ha esordito il sindaco Orlando, commentando anche la protesta degli artisti e degli attori di Palermo “In questo momento non possiamo che essere vicini al mondo dell’arte e della cultura, alla sacrosanta protesta degli artisti e degli attori. Esprimo la massima solidarietà nei confronti di chi sta facendo diventare Palermo una città di culture”.
Leoluca Orlando ha poi accennato a delle “cricche” che si aggirano all’interno dei palazzi. “Questa nostra città non è più governata dalla mafia, però ci sono ancora più cricche ed è evidente che il mio compito è quello di impedire che si inseriscano nella vita della città influenzando consiglieri comunali, dirigenti, artisti e sindaco magari inconsapevoli. Ho già notificato alla giunta e ai dirigenti che devono essere in grado di dimostrare di non essere schierati con alcuna cricca”.
“Riuscire a sintetizzare i programmi in poche parole mi risulta estremamente difficile, essendo un periodo di passaggio. Sto cercando di capire la complessa macchina amministrativa che mi dovrà sostenere, i rapporti con la giunta, i rapporti di equilibrio con il consiglio comunale. In questo momento sto sondando il terreno”.
Si presenta con queste parole il professor Mario Zito, già direttore dell’Accademia Belle Arti di Palermo e coordinatore della Scuola di Restauro, del Corso di Decorazione di Arte Ambientale.
Il nuovo assessore alle culture è un artista ed ha partecipato a mostre personali e collettive. È stato anche coordinatore e promotore del Master di II Livello su “Restauro, manutenzione delle opere d’arte contemporanea”.
“Partirò sicuramente da esperienze già vissute e consolidate, ma non credo assolutamente agli slogan che possano riguardare la continuità o la discontinuità. Per me esiste un progetto di città. Ritengo che ogni persona che si offra per compiere un servizio verso la propria città, abbia una propria personalità e come tale è giusto che emerga” ha continuato il neo assessore, citando anche il suo predecessore.
“Terrò sicuramente conto dell’esperienza del Dottore Darawsha. Ci sono dei punti di partenza e di criticità da riprendere. In eredità prendo una città in cammino, che in quest’ultimo periodo è più accidentato rispetto ad un percorso che solitamente compie una città normale. L’emergenza epidemiologica ha creato non pochi vulnus anche all’interno di Palermo. Purtroppo il mondo artistico e quello culturale ne ha risentito particolarmente. La protesta che sta montando da parte degli artisti, è una protesta alla quale mi associo. Anche perché da direttore delle belle arti di Palermo non posso non appoggiare questo tipo di iniziative”.
Come ha spiegato il Professor Zito, rispondendo ad una precisa domanda di un giornalista “non esiste un fulcro dell’attività culturale, per me esiste la città, con tutte le sue contraddizioni, con tutti i suoi quartieri. Palermo è una città che per estensione, per vastità, non si può circoscrivere ad un solo quartiere, ma a fulcri diversi: dal centro storico alle periferie. Come diceva un mio concittadino Elio Vittorini “quando la città è bella, le persone sono belle”. Quindi dobbiamo sforzarci di farla diventare tutta bella e non solo una parte”.
“So che quello che mi aspetta è un compito difficile, ma sono pronto a raccogliere la sfida. È stato un onore per me giurare alla vigilia del Festino e sono davvero molto emozionato” ha affermato Mario Zito spiegando la sua idea di programma: “Dobbiamo riuscire a raccontare Palermo. Dobbiamo affinare l’arte del racconto dove i ruoli di narratore e ascoltatore si alternano. Dobbiamo raccontare una bella storia, una storia millenaria ma anche contemporanea. Una Palermo laboratorio permanente artistico”.
“Non credo che l’assessorato alle culture abbia il compito di finanziare a pioggia gli eventi, ma bisogna perseguire un modello” ha spiegato il nuovo assessore.
“La stagione in cui si arrivava in assessorato e si chiedevano soldi ormai è finita. In questo senso sarò contento di essere l’assessore del No e viste le condizioni economiche in cui ci troviamo ne sarò orgoglioso. Abbiamo pochi soldi e quei pochi soldi vanno investiti in progetti che hanno un futuro, che prevedono un dopo. Io poi già ascoltato alcuni artisti e li ascolterò ancora ed insieme troveremo la soluzione”.
“Dobbiamo puntare a nuovi spazi espositivi, mettere in rete quelli che ci sono, comprese le biblioteche. Solo l’anno scorso ho scoperto che al Capo, a due passi dall’Accademia, c’è una bellissima biblioteca per bambini. Non ci sappiamo raccontare bene“.
Il neo assessore alle culture ha poi concluso dicendo, da artista: “Vorrei evitare di lavorare sull’ordinario e continuare a sognare!”.
Presente alla conferenza stampa anche Ibrahima Kobena il presidente della Consulta delle Culture.
“Oggi siamo in pochi a capire che la cultura non ha colore, frontiere o confini e che bisogna anche includere in quella di Palermo le tante piccole realtà, anche straniere. Siamo fortunati ad avere monumenti ammirati in tutto il mondo e dobbiamo aprirci coinvolgendo gli altri”.
“Certo il Coronavirus ha reso tutto più difficile, ma abbiamo gli strumenti per promuovere la nostra cultura altrove. I fondi pubblici sono limitati e non possiamo accettare che i soldi non bastino per la cultura, per questo occorre pensare anche a quelli privati perché la cultura contribuisce alla costruzione di una nazione”.
di Francesco Militello Mirto – EmmeReports