“Leggere il documento allegato alla mozione di sfiducia dei deputati regionali del Movimento 5 Stelle ci spinge a delle riflessioni disincantate sulla loro ambiguità politica” afferma Antonio Catalfamo, capogruppo all’Ars per la Lega Sicilia per Salvini Premier, a commento della mozione di sfiducia presentata contro il Governatore Musumeci.
“Motivano questo attacco al Governo regionale con l’aggravio della cassa integrazione in deroga? Proprio loro che a Roma con il Premier Conte hanno illuso migliaia di lavoratori che ancora aspettano somme che non sono altro che un dilazionamento di debiti?” continua l’esponente del Carroccio.
“E che dire della questione migranti? La Sicilia è stata umiliata perché usata come porto di scarico per trafficanti di esseri umani in piena pandemia. Mentre le nostre piccole attività provano a ripartire tra decine di dettami normativi, ai migranti viene consentito liberamente di circolare portando con sé il coronavirus, come a Noto” attacca Antonio Catalfamo.
L’onorevole della Lega contesta la misura del Reddito di Cittadinanza, fortemente voluta dai 5 Stelle, e la gestione dei Centri per L’Impiego che, con le risorse sottratte alle aziende, hanno trovato un posto di lavoro solo al 2% dei beneficiari.
“Il governo Musumeci esce da due anni difficili a causa dei debiti record della Regione ereditati in più di 30 anni dalla cattiva politica. L’ultima, quella del governo Crocetta che ha rinegoziato il gettito fiscale siciliano massacrando ulteriormente il nostro disavanzo pubblico” ha continuato il capogruppo all’Ars per la Lega Sicilia per Salvini Premier.
Per l’onorevole della Lega il “modello” Sicilia è stato persino elogiato dalle Regioni del Nord nella gestione delle misure di contrasto al Coronavirus e, sicuramente, andava fatto molto di più dal Governo per sostenere il Sud.
“In questi anni abbiamo vissuto solo proteste pompose, ostruzionismi di ogni tipo e proclami cacofonici che alla fine hanno portato lo stesso movimento grillino a implodere, perdere pezzi e consenso. Forse un po’ di autocritica non guasterebbe” ha concluso Antonio Catalfamo.
di Redazione – EmmeReports