Nonostante il forte caldo estivo, una ventina di associazioni e immigrati si è radunata sotto il Teatro Massimo di Palermo per manifestare contro la sanatoria voluta dal ministro Bellanova e per invocare la regolarizzazione di tutte le categorie.
“La legge non è assolutamente efficace perché rimangono esclusi alcuni settori, perché i parametri di reddito sono pensati per zone che non tengono conto di quella che è l’economia reale del meridione e per questi motivi non risolve il problema” ha detto Giorgia Listì del Forum Antirazzista.
“Chiediamo l’abolizione dei decreti sicurezza, perché hanno aumentato gli irregolari, l’insicurezza, lo sfruttamento e quindi il potere della criminalità. La nuova procedura di regolarizzazione non fa che ribadire questa logica, per cui alla fine saranno pochissimi i migranti che riusciranno a regolarizzarsi e moltissimi, invece, saranno costretti a pagare loro stessi i contributi per la regolarizzazione, innescando una compravendita di contratti falsi, i cui proventi andranno alla criminalità organizzata” ha spiegato Giorgia Listì.
“Quello che serve è la possibilità di regolarizzare tutti i migranti, i lavoratori e le lavoratrici presenti sul nostro territorio, anche in assenza di contratto di lavoro. Legare la regolarizzazione ad un contratto di lavoro può andare bene per un determinato tessuto economico, come quello del centro e del nord Italia, ma non è buono per il meridione e la Sicilia. Dobbiamo togliere questo enorme esercito di braccia alla criminalità. Per farlo dobbiamo permettergli di emergere, essere regolari, avere diritti e libertà che gli spettano in un Paese occidentale” ha continuato la portavoce del Forum Antirazzista di Palermo.
“Noi chiediamo al Governo Italiano di prendere atto della realtà, del peso della criminalità nel nostro Paese e, quindi, di fare un’azione coraggiosa che guardi al futuro dell’Italia, alla sua economia, a quella che è ormai un’identità multi-culturale, dobbiamo sdoganarci dal peso retrivo delle destre che continuano a ricattare questo governo. I migranti che lavorano non sono un problema, non sono una minaccia ma sono la risorsa di questo Paese e l’emergenza Covid lo ha dimostrato, infatti, il contributo dei lavoratori stranieri è stato fondamentale” ha concluso Giorgia Listì.
“Il primo giugno ha aperto una sanatoria che aspettavamo da otto anni, ma che non può funzionare, perché i settori presi in considerazione sono solo tre, mentre ci sono molti immigrati che lavorano in tanti altri settori non compresi” ha affermato Nadine Abdia, consigliere presso l’Ufficio Presidenza Consulta delle Culture del Comune di Palermo.
“Siamo qui per chiedere una sanatoria che sia veramente alla portata di tutti, perché parliamo di 600.000 persone che vivono nell’ombra da anni. L’anno scorso 80.000 permessi di soggiorno sono scaduti perché erano per attesa occupazione, quindi gente che era regolare non ha potuto rinnovare perché non trovava lavoro, quindi la possibilità di sei mesi per attesa occupazione per tutti, in modo che il datore di lavoro anche se deve regolarizzare, non ha una responsabilità penale, non si tira indietro e lo fa ad una persona che ha già un permesso di soggiorno” ha concluso Nadine Abdia.
“Vogliamo denunciare il fatto che in città gira una richiesta di un falso contratto di 6000 euro. Chiedere soldi alle famiglie in un momento in cui non c’è lavoro è un peso notevole. Noi chiediamo un lavoro prima e il permesso dopo. Noi chiediamo giustizia e di regolarizzare anche le categorie di lavoratori che non sono compresi in questa sanatoria, in modo che abbiano la possibilità di vivere in pace con le loro famiglie. Abbiamo scelto questo Paese per cercare una vita migliore di quella che abbiamo lasciato aldilà del Mediterraneo” ha affermato Manel Bousselmi, Presidentessa dell’Associazione delle Donne Islamiche Fatima.
Nel corso della manifestazione, una delegazione si è recata presso la Prefettura di Palermo per consegnare una lettera contenente le richieste e non ricevendo alcuna risposta i manifestanti hanno improvvisato un corteo lungo via Cavour.
La protesta spontanea ha permesso alla delegazione di essere ricevuta per consegnare le richieste formulate dalle associazioni presenti.
“Non ci voleva tanto per essere ricevuti. Questa esperienza ci ha insegnato che ciò che non si può ottenere con una richiesta, la si può conquistare con la lotta” ha affermato Kamal Karkouri della comunità del Marocco.
“Finalmente abbiamo espresso tutte le nostre preoccupazioni per i tanti invisibili, che a causa di questa sanatoria, rischiano di diventarlo ancora di più. Abbiamo chiesto un permesso di soggiorno legato all’emergenza sanitaria, per attesa occupazione, rinnovabile per chi non ha trovato lavoro e convertibile per chi lo ha trovato” ha continuato Kamal.
“Dobbiamo continuare la lotta finché non ci saranno più invisibili, finché diventeremo persone, perché lo siamo! Non siamo solo braccianti, non siamo solo badanti, siamo innanzitutto persone con tanta energia ed esperienza! Viva la lotta, Viva la libertà!” ha concluso Kamal Karkouri.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports