“Abbiamo vissuto un momento particolarissimo che ci ha visto nella massima trepidazione, nella precarietà, nella separazione. Rosalia interviene sempre come donna che ci assicura che questi momenti così tristi fanno parte di una realtà molto più ampia che è di vita e speranza”.
Sono le parole dell’Arcivescovo Don Corrado Lorefice dette oggi, presso il Palazzo Arcivescovile, per presentare le iniziative organizzate in onore di Santa Rosalia, in prossimità delle date del 14 e 15 luglio, che tradizionalmente ospitano il “Festino” e le celebrazioni religiose.
“La separazione ci ha chiesto di moltiplicare la solidarietà e la prossimità e penso che questo sia il messaggio che arriva da questo Festino atipico: quello di rimanere uniti. Perché questo è ciò che spetta alla nostra città, lo stare insieme, lo stare uniti nella difficoltà che vive la città degli uomini” ha continuato Lorefice.
“Il resto, soprattutto per chi soprattutto ha fede, è anche nelle mani di un Dio che vuole che gli uomini conoscano vita, vita in abbondanza”.
L’Arcivescovo di Palermo ha parlato anche delle gare di solidarietà che ci sono state durante l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, confermando che, anche durante un grave momento storico come quello appena vissuto, gli uomini non si sono fatti vincere dall’individualismo e dalla paura.
“Solo insieme possiamo portare avanti l’eredità che ci lascia Rosalia, una donna che resta legata alla sua città e intercede per la sua città”.
“Per il Festino, Palermo diventa incontro, città dove si abbattono le barriere. Ricordo il primo Festino nel 2016, in cui sentivo forte la presenza della città, senza distanze, senza barriere. Se questo è vero, questo Festino che ci vede costretti alla distanza fisica, lo dovremo celebrare nel luogo fisico in cui ogni Festino ha la propria sede naturale: il cuore. Se lo celebriamo nel cuore, allora è vinta ogni barriera, ogni distanza. Perché Palermo va al ritmo del cuore di Rosalia, che tutti noi sentiamo presente, oltre le barriere del tempo e dello spazio” ha concluso Don Corrado Lorefice.
A spiegare il senso del “Festino che non c’è” è stato il Sindaco Leoluca Orlando che ha ricordato come l’Amministrazione comunale, tramite l’Assessorato alle Culture, “ha scelto di non rinunciare a celebrare al meglio il legame fra la città e la Santuzza, pur volendo rispettare al massimo le misure precauzionali legate al contrasto della diffusione del Covid-19”.
Le limitazioni imposte dalla pandemia hanno infatti impedito l’organizzazione di quasi tutti i momenti laici e religiosi che tradizionalmente caratterizzano il periodo precedente e il 14-15 luglio, ricco di eventi in onore della Santa Patrona.
L’Assessorato alle Culture del Comune, in sinergia con la Curia Arcivescovile non ha comunque rinunciato a dei momenti ed eventi in presenza e digitali, in onore della Santa Patrona.
“Il Festino 2020 conferma nei valori e innova nella rappresentazione la devozione per Santa Rosalia e la fede dei palermitani. Festino 2020 è diverso come dal 1624 ogni Festino è diverso, ma è anche come ogni anno sempre eguale. Nel 2020 è profondamente cambiata la percezione del tempo e dello spazio e di questo cambiamento, il Festino 2020 si fa espressione, confermando ancora una volta la dimensione comunitaria di tutti i palermitani pur nel distanziamento fisico” ha affermato il Sindaco Leoluca Orlando.
“Preghiera, memoria e arte si intrecciano indissolubilmente e insieme contrastano e prevengono la peste, il virus di egoismi individualistici e di soffocanti appartenenze. Questo Festino 2020 sarà diffuso nel mondo come mai in passato, consentendo di sentirsi palermitani a quanti si collegheranno in una sfilata, in una processione mai tanto partecipata in 396 anni” ha concluso il primo cittadino di Palermo.
Il momento principale sarà tradizionalmente la sera del 14, quando alle 22 andrà in onda contemporaneamente su diverse emittenti televisive locali e nazionali un film “Palermo Sospesa- il Festino che non c’è” la cui realizzazione è stata affidata alla sezione siciliana del Centro Sperimentale di Cinematografia, la cui direttrice artistica Costanza Quatriglio curerà la regia.
“Un racconto che intreccia itinerari e suggestioni di uomini e donne che abitano i luoghi di una Palermo sospesa. La sacralità dell’attesa, le lingue del mediterraneo, le voci e le strade di una città plurale rinata dalla peste, dove il quotidiano, il sacro e il mito sono intimamente connessi al culto della sua Santuzza”. Così la regista ha descritto il progetto del film, la cui realizzazione è in corso in questi giorni e che si avvale di un’ampia rete di collaborazioni con partner istituzionali, tecnici e artistici.
“Nell’evocazione del dialogo tra l’umano e il divino, il racconto del film intreccia itinerari e suggestioni di una Palermo sospesa. La sacralità dell’attesa, le lingue del mediterraneo, le voci e le strade di una città plurale rinata dalla peste, dove il quotidiano, il sacro e il mito sono intimamente connessi al culto della sua Santuzza” ha spiegato Costanza Quatruglio.
Alla realizzazione del film, che durerà circa 75 minuti suddivisi in tre parti, contribuiscono anche l’Istituto Luce e Rai Teche che hanno messo a disposizione il proprio materiale d’archivio, così come hanno fatto tanti fotografi e cineasti che hanno donato il proprio materiale per sottolineare il contributo collettivo e di comunità da cui nasce questo progetto.
Il film potrà essere trasmesso da tutte le emittenti televisive che ne faranno richiesta e che accetteranno le condizioni di utilizzo fissate dall’Assessorato alle Culture che lo distribuirà gratuitamente.
Un apposito avviso sarà pubblicato online questa sera sul sito del Comune www.comune.palermo.it
“Quest’anno il mondo si è scoperto fragile, vulnerabile, impaurito. Gli ultimi mesi hanno messo a dura prova il senso di comunità delle nostre città e della nostra società. Questo momento ci ha imposto di fare scelte inevitabili” ha spiegato l’Assessore alle Culture Adham Darawsha che ha ricordato come “Un Festino che si adegua alla nuova situazione, ma che rimane un momento che coinvolge la nostra comunità e che ancor di più ci ricorda le nostre fragilità e le nostre debolezze, ma soprattutto ci ricorda che solo nell’unità e nella solidarietà possiamo superare i momenti difficili. Il Festino 2020 sarà ricordato a lungo non solo per la sua particolarità, ma perché è un Festino che forse più di altri ci ricorda l’importanza dei valori di umanità e solidarietà cui la storia della Santa e la storia del suo rapporto con Palermo sono testimoni”.
Fanno parte del progetto anche la Fondazione Teatro Massimo, l’Associazione Teatro Biondo Stabile di Palermo, la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Accademia di Belle Arti di Palermo, il Conservatorio di Musica di Palermo “Alessandro Scarlatti”, la Fondazione Sant’elia.
Partecipano al progetto del Festino 2020 il Museo Pitrè, il Museo delle Marionette, il Teatro Ditirammu, il Liceo Coreutico “Regina Margherita”, il Centro Regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione grafica, fotografica, aerofotogrammetrica e audiovisiva, l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, la Sartoria Pipi, l’ANCE.
Il Parroco della Cattedrale Don Filippo Sarullo ha illustrato il programma delle manifestazioni religiose, caratterizzate, quest’anno, dall’assenza della tradizionale messa a Palazzo di città (che sarà sostituita da un momento di affidamento della città alla Santa che si svolgerà nella cappella di Santa Rosalia a Palazzo delle Aquile) e della processione (sostituita da un momento comunitario sul sagrato della Cattedrale).
Durante la messa del 10 luglio sarà acceso un cero per ricordare tutte le vittime della pandemia.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports