“Durante la missione di pattugliamento nel Mediterraneo centrale venerdì 19 giugno a circa 60 miglia da Lampedusa, alle 15.39 ora locale, abbiamo trovato in mare un cadavere” a dirlo è il Capomissione di Mediterranea Luca Casarini.
“Abbiamo documentato il ritrovamento e comunicato alle autorità competenti italiane e maltesi. Era il corpo di un povero ragazzo trascinato dalla corrente, una delle migliaia di persone che annegano nel Mediterraneo centrale. È stato come un monito che ci ha ricordato la morte che si incontra in quel mare quando non ci sono navi di soccorso, quando vengono bloccate per motivi pretestuosi e di propaganda politica mentre le persone vengono abbandonate al loro destino” continua Casarini.
“Poco dopo ne abbiamo salvate 67 di persone destinate quasi certamente al naufragio, ma quell’immagine di morte ce la teniamo dentro. Un pensiero alla famiglia che non avrà un corpo da seppellire. Sono morti che si possono evitare, come abbiamo sempre denunciato, vittime di politiche che condannano chi fugge da guerra e tortura” conclude Luca Casarini da Pozzallo dove la Mare Jonio si trova in attesa di poter riprendere il mare.
di Redazione – EmmeReports