Oggi, davanti il Teatro Politeama Garibaldi, UILTuCS-UIL, FILCAMS-CGIL e FISASCAT-CISL sono scesi in piazza per protestare contro la liberalizzazione delle aperture domenicali e nei giorni festivi degli esercizi commerciali.
“La nostra è un’iniziativa regionale e oggi abbiamo organizzato flashmob in tutte le province siciliane, per chiedere all’assessore alle attività produttive di incontrare il complesso delle organizzazioni sindacali, insieme alle associazioni datoriali al fine di trovare un punto di mediazione su un tema molto delicato e molto sensibile” ha affermato Marianna Flauto, segretario generale UILTuCS Sicilia.
“I lavoratori sono stanchi di lavorare 52 domeniche e tutte le festività. Questo è anche un problema sociale. Infatti, non si può pensare che in una società civile, i lavoratori nel settore del commercio, che rappresentano il 70% delle attività produttive del nostro Paese, siano impegnati tutte le domeniche abbandonando le famiglie che si stanno sgretolando” ha continuato la sindacalista.
“Sarebbe auspicabile, invece, pensare a una riduzione delle aperture domenicali e festive come da noi richieste, con una regolamentazione attraverso un calendario provinciale, che regolamenti le aperture e che limiti ovviamente l’impegno dei lavoratori in quelle giornate” ha concluso Marianna Flauto.
“Occorre equilibrio e senso di responsabilità. Questi lavoratori, soprattutto nel periodo di lockdown, hanno dato un senso assoluto di rispetto nei confronti della collettività esponendosi in prima persona per evitare che si creasse caos, non conoscendo i rischi effettivi che correvano quotidianamente: hanno dato un servizio alla collettività” ha dichiarato Mimma Calabrò, segretario generale FISASCAT CISL Sicilia.
“Oggi proprio la collettività deve dare un supporto a questi lavoratori. Basta con le aperture selvagge, basta con le aperture nei giorni festivi, siamo pronti a essere convocati dall’assessore alle attività produttive unitamente alle parti datoriali per trovare soluzioni condivise” ha continuato la sindacalista.
“Se tutto questo avesse portato un incremento nei livelli occupazionali o per la crescita delle aziende, allora sarebbe stato diverso. L’occupazione con le aperture domenicali e festive non è aumentata. Gli stessi imprenditori, come molti di loro hanno testimoniato, vanno incontro soltanto a dei costi”.
“Tante persone non hanno ricevuto i soldi della cassa integrazione, altre hanno perduto il lavoro. Quindi se serve solo per farsi la passeggiata, questa la possiamo fare anche con i negozi chiusi. Oggi per motivi ideologici o per ipotetici nuove abitudini degli italiani bisogna stare aperti. È una follia” ha concluso Mimma Calabrò, segretario FISASCAT CISL Sicilia.
“All’assessorato chiediamo con forza di restituire tempi di vita alle famiglie e ai lavoratori. Perché con i tempi di vita i lavoratori si rigenerano. La liberalizzazione della aperture domenicali, in termini di fatturato, non aiuta, anzi, lo scontrino medio durante la settimana con la domenica di chiusura, si è alzato. Chiediamo di trovare una mediazione, una regolamentazione del lavoro domenicale, diciamo no ai festivi”.
Ha dichiarato Giuseppe Aiello, segretario provinciale, FILCAMS CGIL Palermo.
“Essere oggi qui non significa essere contro o a favore delle liberalizzazioni. La pandemia non è stato un blackout, ha cambiato tante cose, è stato uno shock socio economico e oggi dobbiamo avere il coraggio di mettere di nuovo tutto in discussione, per trovare delle regole che mettano in armonia i diritti di tutti” ad affermarlo è stata Giovanna Marano, assessore Scuola e Lavoro del Comune di Palermo.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports